Leonardo Stiz
C’è una parte dell’Occidente che non nasconde, in diversi contesti, una certa tendenza a provare vergogna e sensi di colpa per diverse situazioni globali di cui si sente responsabile, proponendo in tutte le salse di infliggersi delle punizioni. In questa foga però, a volte, certe toppe rischiano di far peggio del buco.
Quando Alexandria Ocasio-Cortez, l’eroina pop dei giorni nostri, si è domandata se è ancora “ok” avere figli in un mondo che sta morendo perché stiamo prosciugando le sue risorse, apriti cielo, si è scatenata la più grande crociata contro la natalità che l’Occidente abbia mai visto. Una crociata sbarcata anche in Italia (e anche su questo giornale). Perché l’Occidente è la causa primaria del male, dall’uccisione di Abele allo scioglimento dei ghiacci, passando naturalmente per fame (ridotta ai minimi storici), povertà (dimezzata) e capitalismo (vi fa schifo per principio la ricchezza, vero?).
In questo contesto, ecco che il “pronatalismo” è visto come una bieca ideologia propagandistica degli Stati occidentali per forzare le nostre donne a produrre figli, sacrificando la nostra libertà personale sull’altare dell’economia capitalistica e dei suoi bisogni: produttività, competitività, crescita continua. Così, chi vuole fare tanti figli sarebbe nient’altro che al servizio dei poteri forti, e chi invece vuole la sacrosanta libertà di non farli verrebbe messo alla gogna.
Non bastava il danno, ci voleva anche la beffa. I figli costano, le coppie giovani non ne fanno più perchè i loro redditi non lo permettono, non ci sono gli asili a buon prezzo nè un welfare capace di sostenere una donna che possa essere sia lavoratrice che madre. Ma tranquilli, pronta la soluzione: basta non fare più figli no? In fondo alzi la mano chi nel ventunesimo secolo vuole ancora farne due, addirittura tre. Roba d’altri tempi. E così salviamo pure il pianeta dalla sovrappopolazione, una responsabilità, peraltro, di cui i giovani sono gli unici portatori: i pensionati mica li farebbero i figli.
Però a voi piacciono la sanità gratuita, la pensione pronta a 62-65 anni, il welfare pubblico, i diritti e tutte le altre conquiste di un Occidente senza scrupoli? Piacciono talmente tanto che ora si danno per scontato. Ma manca un dettaglio: chi paga tutto ciò? Chi se non la forza lavoro più giovane, che con i suoi redditi e le sue tasse rimpingua le casse dello Stato che poi garantiscono questi servizi? E che cosa succede tra 50 anni se smettiamo di far figli? In questo momento di difficoltà, di invecchiamento (e infiacchimento) dell’Europa e di crisi demografica, ci dicono che l’Occidente deve impegnarsi: fate meno figli! E suicidatevi nel giro di un paio di generazioni. Almeno il pianeta è salvo.
Certo, l’Occidente si deve impegnare.
Perché vedete, l’Occidente – l’Europa e gli Stati Uniti per semplificarla – rappresenta meno di 1 miliardo su 7,8 miliardi di persone che vivono e respirano su questa Terra. Allora delle due l’una: o è l’Occidente a dover decrescere, il solo a dover rispondere alla chiamata di responsabilità con effetti irrisori sulle dinamiche demografiche globali, oppure qui si confonde l’Occidente con il Mondo, e si vuole andare a insegnare ad India, Africa e Asia di adottare uno stile di vita più responsabile, nella speranza che quelle società ci stiano ad ascoltare e modifichino i loro comportamenti (per renderli, paradossalmente, più occidentali). Un po’ come chiedere ai giovani di fare meno figli dopo che gli anziani ne hanno fatti, a loro tempo, quanti ne volevano.
Ma il triste epilogo, in realtà, è che nessuno si domandi: “Ehi, ma non è che stiamo parlando poco di sviluppo sostenibile, crescita demografica in un sistema rivisitato di economia capitalistica in senso circolare ed ecologista?” No. Si assume che il mondo possa andare in una sola direzione, con uomini e donne che proliferano come tanti insetti a sgranocchiare il torsolo che ci è rimasto di questa Terra: e nessuno che invece chieda più tecnologia, più ricerca, un’economia che produca di più consumando meno risorse, che ricicli e che produca meno emissioni. Nessuno che parli neanche di balzi in avanti nella gestione dei sistemi di welfare (laddove ci sono).
Insomma, meglio piuttosto fare figli e insegnare loro a crescere con uno stile di vita diverso dal nostro, mentre ci concentriamo sugli investimenti che davvero possono fare la differenza per il clima e le risorse. Suicidarsi non aiuta noi e non aiuta a salvare il pianeta. Per quello ci sono altre strade.