Maria Fernanda Gervasi, avvocato, messinese, trent’anni, è la nostra terza intervistata: si candida nel Collegio Sud con Fratelli d’Italia.
Due sfide per l’Europa che secondo te hanno la priorità e come si affrontano nei prossimi 5 anni?
Penso che l’Europa dei prossimi 5 anni debba iniziare ad occuparsi realmente dei bisogni delle persone. Viviamo un’epoca in cui l’esperienza delle nuove generazioni è segnata dalla crisi economica, o meglio da quella delle banche e dei banchieri. Per questo motivo sono convinta che se vogliamo puntare veramente a quello che era il disegno europeo originario, l’Europa intesa come istituzione debba concentrarsi su quelli che sono gli strumenti per generare lavoro e reddito come ad esempio le infrastrutture. A questo va collegato il rischio serio del cd “inverno demografico” che corriamo tutti e che è strettamente collegato alla mancanza di possibilità di lavoro. Mettere su le basi affinché paesi come il nostro tornino a ripopolarsi è una prerogativa che l’Europa deve avere. Basterebbe investire sulla famiglia e per la famiglia attraverso misure come il reddito di maternità, incentivi alle giovani coppie per l’acquisto della prima casa, congedi parentali etc, perché al momento avere un figlio risulta essere per molti un bene di lusso e ciò è inaccettabile.
Ambiente, il tema del futuro: tornare indietro per inquinare meno o andare avanti ed efficientarsi di più?
E’ impensabile tornare indietro in un mondo portato a svilupparsi costantemente. Il rischio ambiente è un problema serio che riguarda i grandi numeri e che va affrontato a più livelli. Il primo è quello dello sviluppo della legislazione statale per rafforzare i sistemi di controllo ed intervenire lì dove si registrano gravi criticità. Oltre questo è chiaro che il problema non può essere sicuramente affrontato e risolto dal singolo Stato ma abbisogna di una strategia condivisa e mirata. Lo sviluppo in campo scientifico e tecnologico oggi fornisce gli input per migliorare la qualità della produzione e diminuire le immissioni di gas nell’atmosfera o anche per risolvere il problema dei rifiuti che in molti casi vengono troppe volte dispersi nell’ambiente. Inquinare meno potrebbe essere una delle misure, ma per farlo bisogna mettere cittadini ed enti locali nelle condizioni di inquinare meno, penso ad esempio al problema della plastica. Rivolgersi alle grandi imprese ma anche alle piccole e medie imprese motivandole allo sfruttamento delle risorse energetiche rinnovabili così come portarle alla riconversione della produzione, lì dove ad esempio si fa un uso massiccio di plastica, è una strada che l’Europa con il nostro apporto può intraprendere.
L’Europa è governata dagli stati: per questo si ragiona a politiche nazionali e non europee. Nel dibattito come ti poni?
Più che dagli Stati potremmo dire che l’Europa oggi sia governata solo da “alcuni” Stati. Infatti negli ultimi anni abbiamo assistito alla non politica in Europa ed a processi decisionali che vedevano gli Stati in una posizione di totale passività. Sul piano politico l’Europa che conosciamo oggi ha disatteso gli obiettivi originari; ha fallito ed è arrivato il momento, come dice lo slogan di Fratelli d’Italia, di “cambiare tutto”. Siamo per la politica europea ma per i cittadini ed i popoli europei, non per gli interessi delle lobby e delle banche. Per questo motivo consideriamo la visione di un’istituzione confederativa di stati cooperanti sui grandi temi, molto più realistica e consona ai tempi che viviamo, piuttosto che questa unione che di tutto si occupa fuorché di diritti e interessi collettivi.
Nord Africa e immigrazione: cosa propone un candidato al parlamento europeo?
Sarebbe bello poter rispondere con proposte qualora vi fosse prova dell’interessamento al problema da parte dell’Unione Europea. Credo che sul tema si debba lavorare alla radice. Oggi possiamo solo parlare di un problema immigrazione per lo Stato italiano. La nostra proposta, qualora vi siano le condizioni, non può che essere quella di una politica seria tra tutti gli Stati dell’unione per affrontare il problema.
Cina e Russia : due giganti con cui parlare o battersi?
Immagino un’Unione di Stati europei, coesa e forte, che possa paragonarsi ad un gigante alla stregua di Cina e Russia non una finta unione di stati in balia delle due macro potenze. Ciò perché, rispetto alla Cina, credo si possano trovare più di una differenza. Penso ai diritti dei lavoratori, penso alla difesa del made in Italy, che è una risorsa dell’Italia ma anche dell’Europa, che è giornalmente attaccata dai prodotti cinesi. La Russia dovrà essere un interlocutore fondamentale per l’Unione Europea considerando la vicinanza ed i rapporti economici che molti stati hanno con la Russia.
Siamo passati da fondatori ad essere piuttosto isolati su molti temi. Come può contribuire l’Italia allo sviluppo dell’Unione nei prossimi anni?
Una domanda che andrebbe rivolta a chi fin adesso ha gestito le politiche comunitarie e a cui noi di Fratelli d’Italia intendiamo rispondere con i fatti. Andare in Europa per cambiare tutto proprio perché la sensazione generale è di essere rimasti isolati sui grandi temi. All’Italia possono essere attribuite alcune contraddizioni in termini soprattutto della gestione dei fondi, ma ciò non toglie che sulle tematiche più calde la responsabilità sia dell’Unione Europea tutta. L’Italia può e deve avere un ruolo fondamentale nella politica europea considerando che è tra i paesi fondatori dell’Unione, ma deve emanciparsi da quei problemi, come l’immigrazione, che la costringono in un grave conflitto socio economico. L’Italia può contribuire con la sua bellezze, con i supi prodotti e con le sue eccellenze ma per farlo bisogna uscire dal regime fiscale imposto per avviare una nuova stagione in cui l’Unione Europea si ponga veramente a difesa dei nostri prodotti e delle nostre eccellenze e non ne ostacoli la crescita a discapito dell’Italia in favore di uno o due paesi.