Homo sumSciacallaggio mediatico sull’omicidio di una brava persona. La storia insegna, ma gli italiani dimenticano

La morte di una brava persona strumentalizzata a scopi propagandistici, non solo fomenta l'odio razziale, ma mette in risalto come parte degli italiani abbia dimenticato ciò che i propri connazionali hanno subito

di Francesco CariniHomo Sum

Ciò che sta capitando attorno all’omicidio del carabiniere Mario Cerciello sembra più un incubo che realtà. Il vicebrigadiere campano era una brava persona, che, oltre a svolgere onestamente il suo lavoro, era impegnato in attività di volontariato come quella di distribuire cibo ai clochard della stazione Roma Termini il martedì sera, ascrivibile a un’occupazione che molti haters definirebbero spregiativamente come buonista, ma che in realtà rappresentava la sua meravigliosa essenza di essere umano.

In breve tempo si era sparsa la voce che gli autori dell’assassinio fossero dei magrebini, salvo essere smentita poche ore più tardi. Dal web erano già cominciate a piovere accuse (più o meno velate) da parte di gente comune e politici nei confronti degli immigrati nordafricani, ma, con verosimile grosso dispiacere di coloro i quali avrebbero voluto bollare questo efferato delitto come opera di cittadini extracomunitari sbarcati sulle coste siciliane con un barcone, i colpevoli sarebbero due giovani statunitensi non alloggiati in un centro accoglienza, bensì in un hotel di Roma centro.
Pertanto ci troviamo di fronte a un tentativo di attacco preventivo nei confronti di gente proveniente da una determinata regione del mondo, sia a scopi politici-propagandistici che per pregiudizi discriminatori.

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