Ma quanti libri scrivono i politici italiani?

Ma quanti libri scrivono i politici italiani?

Aldo Busi si lamenta di non trovare un editore da quasi dieci anni. Potrebbe candidarsi alle elezioni. Aiuta. Negli ultimi dieci anni sono usciti oltre un centinaio di libri pubblicati da uomini politici in Italia. Saggi, biografie, autobiografie, prosa e poesia, i politici italiani toccano tutti gli argomenti. Mancano soltanto i libri di cucina (anche se nel 2010 è uscito da Aliberti editore Una ricetta per l’Italia. I politici italiani svelano le loro ricette preferite), e poi per il resto c’è tutto.

L’uomo del momento Matteo Renzi è attivissimo dal punto di vista letterario. Sembra deciso a emulare le prodezze di un suo illustre concittadino: il piccolo scrivano fiorentino. Nel 2012 ha pubblicato Stilnovo. La rivoluzione della bellezza tra Dante e Twitter per Rizzoli, nel 2011 Fuori! e nel 2010 ha detto la sua in La mi’ Firenze». 1949-2009: Confartigianato racconta la città. Nel 2008 aveva dato alle stampe A viso aperto. Curiosi i titoli delle opere giovanili. È del 2006 Tra De Gasperi e gli U2. I trentenni e il futuro e del 1999 l’esercizio di stile con Lapo Pistelli Ma le Giubbe Rosse non uccisero Aldo Moro, la politica spiegata a Mio Fratello. Resta il dubbio se il fratello sia di Renzi o di Pistelli.

Nelle biblioteche e nelle librerie non manca un volume di Pierluigi Bersani del 2011: Per una buona ragione. L’avversario di Renzi alle primarie, che però non scriveva dal 2004, dai tempi del Viaggio nell’economia italiana fatto con Enrico Letta.

Ben più prolifico a sinistra è Walter Veltroni (ora che non si ricandiderà aumenterà ancora la produzione?), che non scrive soltanto di politica, ma si è ormai guadagnato lo status di romanziere. Decisamente creativo. È uscito da poco L’isola e le rose, mentre nel 2011 l’ex sindaco di Roma ha dato alle stampe L’inizio del Buio. È del 2010, invece, il libro sulla tragedia dell’Heysel. Sempre nello stesso anno pubblica il libro generazionale Noi. Non poteva mancare nella produzione veltroniana un omaggio al suo mentore politico, al quale nel 2007 dedica Il sogno spezzato, le idee di Robert Kennedy.

Meno prolifico è lo storico amico-nemico Massimo D’Alema, che nel 2009 dà alle stampe per la casa editrice Solaris, un libro sul futuro della sinistra. L’ultima opera di D’Alema risaliva al 2004, quando dedicò un volume a Enrico Berlinguer.

Antonio Di Pietro nel 2012 si è lanciato invece in una gustosa serie di ritratti politici, nella quale emerge l’ironia dell’ex pm e ministro. È tornato in libreria quest’anno, in un periodo piuttosto burrascoso per la sua giunta, anche il governatore della Lombardia Roberto Formigoni. Titolo? Il buon governo.

Dopo un paio d’anni di assenza torna sugli scaffali anche Fausto Bertinotti – da tempo lontano dagli scanni del Parlamento – che ha da poco dato alle stampe una riflessione sull’ultimo ventennio italiano dal titolo Le occasioni mancate 1991-2001-2011, che fa seguito a Le alternative mancate del 2009.

Il 2012, complice forse il governo tecnico, che ha sgravato tanti politici da incombenze decisionali sul futuro del Paese, è stato l’anno che ha permesso di riprendere in mano la penna a molti e di sbizzarrirsi. Non Nichi Vendola, che si è fermato al 2011, quando ha ridato alle stampe il libro di poesie Ultimo mare e ha pubblicato C’è un’Italia migliore. Il suo anno d’oro è stato il 2010 quando ha inanellato tre titoli: Riaprire la partita. Per una nuova generazione di buona politica; La sfida di Nichi. Dalla Puglia all’Italia; La fabbrica di Nichi. Adesso, forse il politico pugliese ha deciso di abbandonare l’editoria per concentrarsi sulle primarie.

Ma non si scrive soltanto a sinistra. Anche i politici di centrodestra sono amanti delle belle lettere. Silvio Berlusconi preferisce fare l’editore più che lo scrittore, infatti l’unico titolo recente riconducibile al suo nome è L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio del 2010, nel quale riprende i suoi argomenti politici del periodo in cui parlava del Popolo della Libertà come del Partito dell’amore.

Chi invece è un grande produttore di libri è l’uomo che più stima Silvio Berlusconi al mondo: Sandro Bondi. L’opera di Bondi è in assoluto la bibliografia più trasversale che si possa immaginare. Tratta di qualsiasi argomento, economico, politico, religioso e storico. Nel 2011 pubblica La Cultura e la libertà, che segue Tra destra e sinistra, la nuova politica di Forza Italia. Il nome Silvio Berlusconi nell’opera di Bondi ricorre in due occasioni. Nel primo caso si tratta de Il sole in tasca, l’utopia concreta di Adriano Olivetti e Silvio Berlusconi, un libro nel quale si propone un ardito paragone tra l’ex premier e l’uomo che fondò la fabbrica finita poi in mano a Carlo De Benedetti, storico avversario proprio di Berlusconi. All’ex premier Bondi dedica anche Io Berlusconi, le donne e la poesia.

Anche se è nella materia religiosa, che l’ex ministro dà il meglio di sé. Il suo debutto letterario è stato un libricino dedicato a Frate Leonardo Valazzana da Fivizzano, ma negli anni seguenti gli argomenti teologici l’hanno interessato più da vicino con Laici e credenti una fede in comune e Perdonare Dio.

Non poteva mancare all’appello dei politici- scrittori Giulio Andreotti. Nonostante si sappia ormai delle difficili condizioni di salute del più volte presidente del consiglio, in questi giorni è in edicola con un libro scritto a quattro mani con la storica Enrica Garzilli, che porta il titolo L’esploratore del Duce. Le avventure di Giuseppe Tucci e la politica italiana in Oriente da Mussolini e Andreotti, con il carteggio di Giulio Andreotti vol 2.

Andreotti ha scritto di storia e di politica, parla di sé nei suoi libri, ma non si è mai fatto tentare dalla narrativa. Nel 2008 lanciò sul mercato un titolo che rieccheggiava una delle sue frasi più famose Il potere logora ma è meglio non perderlo, ma negli anni precedenti si è dedicato alla ricostruzione di diversi episodi della storia recente italiana, ma ha anche scritto libri di memorie, uno dei quali con Renato Farina, l’ex vicedirettore di Libero, radiato dall’ordine dei giornalisti per i suoi contatti con i servizi segreti. Dal 2004 al 2012 Andreotti ha all’attivo oltre dieci titoli. Anche in questo caso si dimostra il più presente e prolifico dei suoi colleghi.

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