Mr. Zara si dà alla beneficenza, ma licenzia i dipendenti spagnoli

Mr. Zara si dà alla beneficenza, ma licenzia i dipendenti spagnoli

MADRID – Amancio Ortega Gaona è un “invisibile”. Non ha mai rilasciato un’intervista e di lui si conservano soltanto poche foto. Ma è l’uomo più ricco di Spagna e ha un soprannome curioso: peniques, spiccioli. Ex fattorino, figlio di un ferroviere, con un diploma di terza media, ha costruito dal nulla il colosso Inditex, il terzo gruppo del tessile al mondo che controlla marchi come Zara, Massimo Dutti, Stradivarius, Bershka e Oysho: un vero regno che vale 46,9 miliardi di euro, ne fattura 4,6 all’anno e conta su 5.639 punti vendita e oltre 40 mila dipendenti. Con un patrimonio personale di 37,5 miliardi di dollari (pari al 3% del Pil spagnolo), lo scorso agosto la rivista Forbes ha piazzato Ortega al terzo posto tra uomini più ricchi al mondo, dietro al messicano Carlos Slim e all’americano Bill Gates.

Mr. Spiccioli, classe 1936, nel 2011 ha lasciato la presidenza del gruppo, mantenendo il 60% delle azioni. Di lui si dice che odi le cravatte e adori il calcio e che abbia fatto leva sulla tradizione imperiale spagnola per forgiare a sua mentalità aziendale: «controllo, accentramento, nessuno spreco e nessun tempo morto». Come Carlo V, questo galiziano estremamente risoluto e riservato mantiene sempre un controllo costante sul suo vastissimo e centralizzato impero. Non delega nessuno, decide da solo (o con l’ex moglie Rosalía, azionista del suo impero) le strategie aziendali.

E i numeri, anche nella peggiore crisi economica, lo premiano: nel primo semestre dell’anno Inditex ha aumentato l’utile del 32% a 944 milioni di euro con una differenza di 717 milioni in più rispetto al 2011. L’azienda, premiata dagli investimenti in Cina, da gennaio a settembre ha inaugurato altri 166 negozi. Un periodo d’oro per il galiziano che, pochi giorni fa, ha sentito il bisogno di alleggerirsi la coscienza per la “colpa” di essere così ricco in un momento tanto difficile per il suo Paese. Ortega ha donato alla Caritas 20 milioni di euro dei suoi spiccioli nelle stesse ore in cui la percentuale dei disoccupati in Spagna superava la frontiera psicologica del 25% e dei 5 milioni di persone, con 5.778.100 parados, senza lavoro.

Un gesto più che ammirevole che lo ha reso un filantropo, ma, come sostiene El País, che nasconde una terribile realtà: Ortega, senza smentire la sua risolutezza nell’abbattere i costi, avrebbe pronto un piano di licenziamenti per far risparmiare a Inditex 31 milioni di euro. «Nel primo semestre dell’esercizio, certe società spagnole appartenenti al gruppo hanno offerto agli impiegati la possibilità di rientrare in un piano di licenziamenti concordati», scrive il Gruppo Inditex nel rapporto inviato alla Commissione Nazionale del Mercato dei Valori. Secondo il quotidiano spagnolo, il piano di tagli per 31 milioni di euro rientra in un calcolo effettuato dalla direzione dell’azienda in base alla stima su quanti dipendenti accetteranno di andarsene.

E, in effetti, sembra un controsenso: il Gruppo Inditex va a gonfie vele, in Asia si espande a ritmi cinesi, ma l’azienda pensa ai tagli. Nei primi sei mesi del 2012 le vendite sono state 7,29 miliardi di euro (+17% rispetto al primo semestre 2011) e i guadagni 944 milioni (+32%). Sul mercato estero, grazie all’invasione del marchio Zara in Cina, le vendite continuano ad aumentare, dal 17 al 20% nei primi sei mesi, mentre è sul suolo iberico che si registra un pesante calo, dal 26 al 22%. Amancio Ortega ha già tagliato del 5 e del 10% gli stipendi dei dirigenti del gruppo: i nove membri del CdA hanno ricevuto un totale di 4,08 milioni di euro (- 5,6%), mentre i dirigenti 8,9 milioni (-10%).

Mr. Spiccioli ha donato 20 milioni del suo patrimonio personale alla Caritas, ma è pronto, in un momento così drammatico per il lavoro di casa sua, a licenziare i suoi dipendenti spagnoli per colpa del calo delle vendite in Spagna. Qualcuno parla di “capitalismo compassionevole”, un’espressione che ricorda sinistramente l’ex presidente americano George W. Bush. In realtà, nessuno immagina cosa abbia in mente l’inventore di “da zero a Zara”. Nemmeno i figli Sandra e Marcos, ai quali il padre, per anni, l’unico lavoro che ha permesso di fare nell’azienda di famiglia è stato quello di commesso.

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