L’impresa di Quomi: far comprare online la cena da cucinare a casa

L’impresa di Quomi: far comprare online la cena da cucinare a casa

Tre giovani manager italiani hanno lasciato un posto sicuro a Berlino con un’idea chiara in testa: il mercato del cibo ordinato online e portato a domicilio nel nostro Paese è praticamente inesistente, ma ha potenzialità enormi. Su queste basi hanno fondato Quomi. Il suo funzionamento è semplice: sul sito della società sono pubblicate periodicamente ricette preparate da chef rinomati. Chi le seleziona e le acquista riceve a casa o in ufficio, entro 24 ore, gli ingredienti nelle giuste dosi per poterle realizzare. 

Più che una sfida, è un “all-in” sul tavolo da poker. Le carte in mano ai tre co-fondatori della startup, operativa dal gennaio 2015, sono buone. A partire dalla loro esperienza: Daniele Bruttini, Andrea Bruno e Alessandro Pantina vengono tutti da Zalando, il principale sito di e-commerce europeo, specializzato nella vendita di scarpe e vestiti, con base a Berlino. E sede, come raccontato da Linkiesta, di una vera colonia di oltre 150 ragazzi italiani (l’età media della società, esclusa la logistica, è di 30 anni) che stanno imparando a maneggiare l’e-commerce e le funzioni che lo caratterizzano: logistica, content editing e rapporti con i fornitori, oltre alla customer satisfaction. 

«Eravamo a Berlino e avevamo difficoltà a fare la spesa e a reperire prodotti di alta qualità, anche perché lavoravamo tanto. È nato con il desiderio di risolvere un problema personale»

I tre, racconta Andrea Bruno a Linkiesta, hanno deciso di lasciare Berlino e Zalando sulla base di un’esigenza pratica e personale. «Eravamo a Berlino e avevamo difficoltà a fare la spesa e a reperire prodotti di alta qualità, anche perché lavoravamo tanto. È nato con il desiderio di risolvere un problema personale». Un approccio seguito da molti start-upper, a partire dai fondatori di Uber, che ebbero l’idea del servizio di ride-sharing alternativo ai taxi a Parigi, una sera in cui non riuscivano a trovare un’auto pubblica in tempi ragionevoli.

Nel caso dei box pronti per preparare una cena, c’era un illustre predecessore: Hello Fresh, nato in Germania nell’ambito dell’incubatore Rocket Internet, lo stesso che inizialmente fece crescere Zalando, e che oggi è un unicum di successo. A metà strada tra venture capitalist e incubatore, anche se con una profondità maggiore rispetto agli intermediari classici nella gestione delle imprese seguite. Hello Fresh si è affermata in Germania e sta cercando di farlo anche negli Usa. L’ultimo finanziamento ricevuto (ormai al round E, cioè al quinto giro di raccolta) è stato di 126 milioni di euro, mentre quello precedente di 50 milioni di euro. L’Italia, però, non era nei piani del gruppo tedesco, e qui entrano in campo Daniele, di Siena, Andrea e Alessandro, di Torino. «L’Italia è un big ticket – spiega Andrea Bruno -: è un mercato enorme per il food, paragonabile a quello della Germania, che pure ha 20 milioni di abitanti in più. In Italia al momento tutto si vende off line, è un territorio inesplorato». 

Una schermata del sito Quomi.it

«Il nostro target è una persona che già acquista food online, cioè il 6% della popolazione in Italia, e che ha un reddito superiore a 25mila euro»

Una nicchia in realtà in Italia esiste, ed è proprio a questa che Quomi guarda. «Il nostro target è una persona che già acquista food online, cioè il 6% della popolazione in Italia, e che ha un reddito superiore a 25mila euro», spiega Bruno. Ancora più nello specifico, aggiunge, il cliente ideale è una donna tra i 35 e i 60 anni, senza una particolare connotazione geografica. Le ricette sono mediamente semplici e si preparano in un tempo massimo di 40 minuti, senza bisogno di strumenti particolari, a partire dal mixer. Il sito cerca di intercettare chi vuole preparare una cena, magari per amici, e subisce il doppio stress di pensare a una ricetta originale e di dover raggiungere il supermercato per prendere gli ingredienti. Propone alcune ricette, validate da due chef, di cui uno di un ristorante stellato gestito da un maestro della cucina italiana il cui nome non può essere scritto. In seguito basta ordinare e ci si ritrova gli ingredienti a casa, con il box che arriva in orari da ufficio.

Da settembre questo approccio sarà però sostituito da una formula di abbonamento: le persone potranno ordinare un minimo di due ricette alla settimana. Bruno fa un esempio: «tre pasti per due persone costeranno circa 35 euro, spedizione inclusa. È solo il 20% di quello che spende una famiglia in media alla settimana per generi alimentari». Con l’abbonamento si pensa, più che alle cene con ospiti, a rendere le cene quotidiane più sorprendenti. «Se ci pensi, in settimana mangiamo sempre le stesse cose. Noi diamo la possibilità di mangiare nella quotidianità cose che non si mangerebbero normalmente, senza stress». 

Quomi è una delle aziende vincitrici di “Alimenta2Talent 2014”, la selezione di start-up promossa dall’incubatore e acceleratore tecnologico d’impresa Alimenta, un progetto del Parco Tecnologico Padano

Le eredità di Zalando nella start-up Quomi sono numerose. «Ci portiamo dietro l’attenzione ossessiva sulla customer satisfaction – spiega Andrea Bruno, che nella società tedesca curava proprio la soddisfazione dei clienti -. Questo significa lavorare su ogni touch point (punto di contatto, ndr) con i clienti. Si va dal banner pubblicitario alla navigabilità del sito al modo in cui viene presentato il box con la ricetta al cliente». 

Come insegnano le società di e-commerce vincenti, «la soddisfazione del cliente è ampiamente legata al pilastro delle operation». Un tassello fondamentale è la fotografia dei prodotti (content editing), un altro è la logistica. Quomi ha un contratto di fornitura con un operatore del settore, Nexive; esiste un solo magazzino centrale, a Milano, dove sono immagazzinati i prodotti non freschi. Quelli freschi arrivano dopo l’ordine del cliente. La spedizione è sempre espressa ed è assicurata entro 24 ore, tranne che in Puglia, Calabria e Isole, dove i tempi si allungano a 48. Da settembre, con la formula dell’abbonamento, le operazioni saranno semplificate perché tutte le spedizioni avverranno il lunedì e i clienti riceveranno i prodotti il martedì.

Quomi è una delle aziende vincitrici di “Alimenta2Talent 2014”, la selezione di start-up promossa dall’incubatore e acceleratore tecnologico d’impresa Alimenta, un progetto del Parco Tecnologico Padano sostenuto dal Comune di Milano. In seguito, spiega Bruno, «abbiamo chiuso il primo round di seed (il finanziamento iniziale di una start-up, ndr) con un gruppo di Torino. Ora stiamo andando avanti nel processo di fundraising, il prossimo passo è il “Round A”». Attualmente presso Quomi lavorano otto persone, tra interni e collaboratori esterni.

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