Ambientalisti, populisti, europeisti: le liste fotocopia a destra e sinistra

La politica delle figurine. Ci sono partiti ambientalisti a destra e sinistra, movimenti europeisti e populisti in ogni coalizione. Alleanze onnicomprensive si contendono i voti di tutto l’elettorato. Per conquistare i voti dei vecchi Dc spuntano scudi crociati un po’ ovunque.

Si avvicinano le elezioni, l’offerta politica si impenna. Per conquistare il voto degli italiani ognuno si ingegna come può. Mentre le ideologie diventano bandierine da piantare, da destra a sinistra spuntano nuove liste con frequenza inquietante. In alcuni casi, è evidente, si tratta solo di specchietti per le allodole con l’obiettivo di attirare gli elettori più ingenui.

È un’operazione politica che assomiglia a una strategia di marketing. Nel Paese di diffonde l’amore per la natura? Ecco fiorire lungo tutto l’arco costituzionale una serie di offerte per intercettare il voto degli ambientalisti. Mille sfumature di verde. Nel centrodestra si lavora da tempo a un nuovo movimento animalista guidato dall’ex ministra Michela Brambilla. Una realtà a difesa dei diritti degli animali e dell’ambiente capace di raggiungere percentuali a due cifre. Il conto è presto fatto, secondo le stime del Cavaliere a subire il fascino della lista potrebbero essere oltre 7 milioni di famiglie che hanno in casa un cane o un gattino. Sempre che non scelgano il vecchio partito del Sole che ride. La lista dei Verdi guidata da Angelo Bonelli sarà in campo anche stavolta, ma alleata del Pd di Matteo Renzi. Ambientalisti sì, ma di centrosinistra. Agli elettori ecologisti non resta che scegliere da che parte stare.

Tramontati i vecchi partiti di massa, le coalizioni si fanno liquide. Per conquistare qualche voto in più, alleanze onnicomprensive provano a coprire l’intero elettorato. Ci sono socialisti, europeisti, ambientalisti e populisti nel centrodestra e nel centrosinistra. Ex democristiani un po’ ovunque

Rischiano di trovarsi davanti a un bivio anche i nostalgici della Prima Repubblica. I socialisti, ad esempio. Quest’anno nella cabina elettorale si giocherà un acceso derby del garofano rosso: il Partito socialista di Riccardo Nencini farà parte della coalizione renziana, l’Area socialista di Bobo Craxi, invece, ha scelto di schierarsi con la sinistra di Bersani e D’Alema. Intanto è già partita la gara per contendersi i voti dei vecchi democristiani. Lo scudo crociato sarà presente un po’ ovunque. Gli orfani della Balena bianca potranno scegliere tra una miriade di offerte politiche: nel centrodestra c’è l’Udc di Lorenzo Cesa e la Rivoluzione Cristiana di Gianfranco Rotondi. I centristi per l’Europa di Pier Ferdinando Casini hanno già stretto un accordo con il centrosinistra. E con loro si sono schierati i moderati di Alternativa Popolare guidati da Angelino Alfano e la Democrazia solidale di Lorenzo Dellai e Andrea Olivero. Nei giorni scorsi qualcuno ha individuato realtà dal vago sapore democristiano persino nella coalizione alla sinistra del Pd. Insieme a Mdp sarebbe stato avvistato Enzo Carra, ex portavoce di Arnaldo Forlani e già parlamentare Udc.

Tramontati i vecchi partiti di massa, le coalizioni si fanno liquide. E così la campagna elettorale si trasforma in un album delle figurine. Per conquistare qualche voto in più alleanze onnicomprensive provano a coprire l’intero elettorato. Non fanno eccezione gli italiani più sensibili al richiamo di Bruxelles. L’offerta europeista è ampia e variegata. Si può scegliere la nuova lista radicale + Europa guidata da Emma Bonino, vicina al centrosinistra, oppure gli eredi di Scelta Civica, inclusi nella coalizione di centrodestra. Come ha spiegato pochi giorni fa il segretario Enrico Zanetti, l’obiettivo è quello di diventare una «forza di centro liberale che, insieme ad altri movimenti popolari, consenta la formazione di una lista civica nazionale europeista alleata di Forza Italia». La collocazione politica non deve stupire. È vero, i compagni di viaggio della Lega non hanno mai nascosto le critiche al progetto europeo. Eppure qualche mese fa è stato proprio Silvio Berlusconi a indicare tra i possibili premier Antonio Tajani, attualmente presidente dell’Europarlamento.

È un’operazione politica che assomiglia a una strategia di marketing. Nel Paese di diffonde l’amore per la natura? Ecco fiorire lungo tutto l’arco costituzionale una serie di offerte per intercettare il voto degli ambientalisti. Mille sfumature di verde

La crescente passione per la società civile sarà ben rappresentata ovunque. Generali dei carabinieri, atleti e imprenditori di successo saranno candidati tanto dal centrodestra che dal centrosinistra. Senza dimenticare le principali cariche istituzionali. Stando alle indiscrezioni più recenti, il presidente del Senato Pietro Grasso sarà alla guida dell’alleanza di sinistra, espressione di Mdp, Possibile e Sinistra Italiana. La presidente di Montecitorio Laura Boldrini, invece, potrebbe correre con il Campo Progressista di Pisapia nella coalizione guidata dal Pd. E i populisti? C’è un’ampia offerta politica anche per loro. Se Lega Nord e Cinque Stelle contano di attrarre buona parte di questo elettorato, anche nel centrosinistra è stata piantata un’apposita bandierina. Leggendo sul sito dell’Italia dei Valori si scopre che molte battaglie salviniane vengono combattute anche da queste parti. Qualche esempio? Il movimento di Ignazio Messina, alleato con i dem, sta raccogliendo le firme per chiedere le dimissioni da senatore a vita di Mario Monti, colpevole di aver condiviso la legge Fornero. Ma propone anche una nuova regolamentazione sulla legittima difesa. «Noi siamo dalla parte dei cittadini che vogliono sentirsi sicuri a casa propria». Il progetto politico dell’Idv offre una soluzione concreta alle paure del Paese: «Aumento delle pene da 2 a 6 anni per violazione di domicilio. Nessun reato e condanna per chi si difende a casa propria da ladri e delinquenti». Attenzione, qui si parla di Italia dei Valori ma non di Antonio Di Pietro. Secondo i rumors di palazzo lo storico leader del movimento avrebbe deciso di schierarsi con la sinistra di Pierluigi Bersani. È un dettaglio non indifferente, gli elettori meno attenti rischiano di confondersi.

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