Cerchi un centro di gravità permanente? Lo puoi trovare dentro di te

I grandi sistemi – filosofici, spirituali, ideologici, politici, culturali – sono destinati al tramonto perché la loro pretesa di essere punti di riferimento totalizzanti si sarebbe sgretolata in un mondo in cui ciascun essere umano ha a disposizione possibilità di scelta senza precedenti

Quando diede vita a un’arte marziale che prendeva qualcosa da tutti quanti gli stili marziali, Bruce Lee aveva davvero capito tutto. No, non aveva capito tutto semplicemente delle arti marziali: aveva presagito tutto del mondo connesso e globale che oggi è il nostro habitat naturale. Cinquant’anni fa Bruce Lee aveva già straordinariamente intuito che i grandi sistemi – filosofici, spirituali, ideologici, politici, culturali – erano destinati al tramonto perché la loro pretesa di essere punti di riferimento totalizzanti si sarebbe sgretolata in un mondo in cui ciascun essere umano ha a disposizione possibilità di scelta assolutamente senza precedenti. Oggi noi abbiamo una mente orizzontale e non più verticale. Oggi noi siamo dinamici e mutevoli, non più statici. Oggi noi – che eravamo sequenziali – siamo simultanei e istantanei. Eravamo logici e ora siamo neobiologici. Eravamo meccanici, siamo oggi organici e connettivi. Oggi ci troviamo – enorme privilegio, enorme rischio – in un’era di reinvenzione dei nostri circuiti mentali, cognitivi, percettivi. In questa nuova condizione – antropologica e vitale prima ancora che tecnologica – gli schemi generalisti di riferimento e le narrazioni sistematiche sono utili come una scarpa stretta con i buchi nelle suole.

Ecco perché oggi noi dobbiamo imparare a essere incondizionatamente asistematici. Perché ora che il mondo è asistematico, molteplicissimo, connettivo, e in questo modo ci offre miriadi di opzioni, noi dobbiamo abbracciare e valorizzare questa asistematicità.

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