Nel pieno della canicola estiva, mentre negli uffici si gira con la sciarpa per via dei condizionatori sparati a mille e al contrario sui marciapiedi i pedoni si sciolgono come polaretti, capita di cadere in fastidiosi inconvenienti. Ad esempio: in problemi con la mail, che non risponde più alla vostra password, mentre il vostro indirizzo continua a finire nelle cartelle di spam dei vostri colleghi, strabordanti di promozioni per la palestra e di annunci di siti d’incontri. Chi non ha mai avuto problemi con la propria mail alzi la mano. Ecco, appunto. Così alla fine si finisce per sbloccare la situazione attraverso la formalità più noiosa e perditempo di sempre: il servizio telefonico di assistenza. Si digita il numero del proprio servizio di posta sullo smartphone, si porta il telefono all’orecchio e si aspetta. Cortesie, botta e risposta, attenga in linea e il caso è risolto. Questo è quello che dovrebbe succedere in un mondo normale.
Ma il nostro cosmo, quello dove domina l’ideologia californiana della Silicon Valley, riserva sorprese in ogni anfratto nascosto della nostra quotidianità: ebbene sì, Gmail non dispone di un servizio telefonico di assistenza utenti. Il più diffuso servizio di posta elettronica del mondo non ha un numero di telefono e, per assurdo, neanche un indirizzo email. Se avete un problema l’unica cosa che potete fare è accedere al centro assistenza di Gmail e postare una domanda sul forum di assistenza, sperando che qualche nerd che non abbia nulla di meglio da fare venga colpito dalla vostra causa e si prenda la briga di spiegarvi passo dopo passo come uscire dall’impasse. Se sei fortunato potrebbe risponderti un “collaboratore principale” o “astro nascente”, utenti che fanno parte del Programma Ufficiale gestito da Google e offrono le loro conoscenze ed il loro supporto in maniera volontaria. Questi particolari utenti si riconoscono subito in quanto contrassegnati da badge verde e stellato.
Il nostro cosmo, quello dove domina l’ideologia californiana della Silicon Valley, riserva sorprese in ogni anfratto nascosto della nostra quotidianità: ebbene sì, Gmail non dispone di un servizio telefonico di assistenza utenti. Il più diffuso servizio di posta elettronica del mondo non ha un numero di telefono e, per assurdo, neanche un indirizzo email.
Ogni tanto quando siete tristi e volete deprimervi, fatevi un giro sul forum di assistenza google: pagine e pagine di domande tra incomprensioni, nervosismo e messaggi in bottiglia lasciati a vagare nel mare di internet. Intendiamoci, i collaboratori sono molto preparati, ma il mezzo non è esattamente il più consono.
Partendo da questa considerazione e allargando lo sguardo a tutto il servizio di posta, ci accorgiamo ben presto che l’assistenza non è l’unico problema del servizio mail di Google. Già nel 2010 il blogger di tecnologia Giovanni Giorgi elencava alcuni dei motivi che lo avevano portato ad abbandonare Gmail. Tra questi evidenziamo in particolare tre pecche: l’impossibilità di creare gerarchie di folder; il delicato aspetto della privacy; l’impossibilità di configurare l’antispam in modo appropriato. E proprio l’antispam di Gmail era stato oggetto di critiche solo pochi mesi fa, ad aprile di quest’anno, quando un numero non indifferente di utenti si era lamentato sul forum del fatto che le proprie caselle di posta erano state improvvisamente invase da annunci apparentemente inviati dai propri account.
L’altro grande tema caldo legato al servizio di posta più usato al mondo ci riguarda molto da vicino. La privacy, anche per via dell’entrata in vigore del GDPR, è diventata una questione di stringente attualità. Il rapporto tra i dati personali e Gmail è sempre stato travagliato. Nel 2013 i legali di Mountain View dichiaravano in un documento ufficiale che “chi usa servizi web di posta elettronica non può stupirsi se le proprie comunicazioni sono processate dal fornitore del servizio durante la consegna”. Solo l’anno scorso molti utenti sono stati soggetti ad un attacco di phishing celato dietro una richiesta di autorizzazione da parte di Google Docs. Il sistema di controllo, ma questo non vale certo solo per la mail di google, può quindi essere bucato e la nostra privacy violata. Infine, è solo di pochi giorni fa la notizia che, nonostante sia necessario il consenso da parte dell’utente, gli sviluppatori terzi di software legati all’app di Gmail analizzano centinaia di milioni di profili di utenti registrati.
Nel 2013 i legali di Mountain View dichiaravano in un documento ufficiale che “chi usa i sevizi web di posta elettronica non può stupirsi se le proprie comunicazioni sono processate dal fornitore del servizio durante la consegna”
Se tutto ciò non bastasse, Gmail può lasciarci scoperti anche sul lato pratico. Se vi capitasse ad esempio di eliminare per sbaglio una mail, recuperarla sarebbe quasi impossibile. È quello che è successo alla giornalista Jacqui Shine con alcune mail inviate dalla madre quando ancora era in vita. Il server non elimina immediatamente una conversazione quando la mail viene cancellata. Il messaggio, dunque, resta per un periodo non indefinito di tempo sul server. Nel caso in cui l’utente lo cercasse, il server non gli permetterà di rientrare in contatto con le informazioni che lo riguardano. Servono ore, giorni o settimane prima che i server delle aziende come Gmail cancellino le conversazioni dai propri server: impossibile poi, per i normali utenti, ritornare indietro.
Sarà forse il caldo e il disagio di non poter avere la possibilità di sbraitare con alcun centralinista di Gmail per telefono, ma il primo servizio di posta elettronica al mondo qualche difetto, è innegabile, ce l’ha. E pazienza se fuori dall’ufficio un uomo si sta sciogliendo come un polaretto: forse cerca solo di capire come funziona il forum di assistenza di Gmail. Letale.