Il vecchio continenteLa Polonia sul banco degli imputati per violazione dello Stato di diritto

La norma sull’abbassamento dell’età pensionabile rientra in un ampio piano di “restaurazione” della giustizia, con effetti in tutta l’Unione. Il racconto nel podcast “The Grassroots View”

Il governo di Varsavia è finito sul banco degli imputati dei giudici di Lussemburgo per la sua riforma del terzo potere. Un braccio di ferro ormai consolidato quello tra Unione Europea e Varsavia sul campo della Rule Of Law, lo Stato di diritto, che continua a vedere i paesi di Visegrád come esempi critici di un approccio politico che mette in discussione l’ indipendenza del terzo potere.
La Corte di giustizia europea, il 5 novembre scorso, ha infatti accolto il ricorso per inadempimento proposto dalla Commissione contro la Polonia e ha dichiarato che tale Stato membro, introducendo un’età per il pensionamento differente per le donne e per gli uomini appartenenti alla magistratura polacca, e abbassando l’età per il pensionamento dei giudici dei tribunali ordinari, conferendo al contempo al Ministro della Giustizia il potere di prorogarne il periodo di servizio, è venuto meno agli obblighi ad esso incombenti ai sensi del diritto dell’Unione. Un colpo a favore di Bruxelles, che ne approfitta per rimettere al centro del dibattito l’annosa questione con il blocco di Visegrad.
La norma sull’abbassamento dell’età pensionabile dei giudici, insieme all’introduzione di nuove norme sulla responsabilità dei magistrati, rientrerebbe dunque in un più ampio piano di “restaurazione” della giustizia mirato a ridurne l’indipendenza con effetti per tutta l’Unione. “Gli attacchi contro lo stato di diritto e i diritti fondamentali seguono sempre lo stesso modello – afferma José Antonio Moreno Diaz, consulente legale di uno dei migliori sindacati spagnoli e membro del Comitato economico e sociale europeo (EESC), che rappresenta la società civile europea – Si comincia con un attacco all’indipendenza della magistratura, poi attacchi alla libertà dei media e all’indipendenza dei media, concentrandoli nelle mani di una persona sola. Non solo: difficoltà di accesso a informazioni gratuite e autentiche, restringimento degli spazi per le organizzazioni della società civile, tentativi di influenzare la procedura legislativa normale e trasparente nei diversi paesi, un attacco ai diritti delle minoranze o discriminarle direttamente, in termini di etnia, genere o orientamento sessuale.”

Ma come si è evoluta la percezione del rispetto del principio dello stato di diritto in tutta Europa negli ultimi due decenni? I paesi di Visegrád sono i soli in cui i cittadini lamentano dirigenti e governi che non rispettano lo stato di diritto?
Inizia con questo tema l’episodio 1 di “The Grassroots view”, una serie di podcast che discute le questioni economiche, politiche e sociali più urgenti che svelano le società europee viste dal punto di vista delle organizzazioni della società civile. Nel primo episodio, Yolanda Kurska (Fondazione Geremek), Wojciech Przybylski (Visegrad Insight) e José Antonio Moreno Diaz (Comitato Economico e Sociale) discutono su come affrontare le violazioni dello Stato di diritto in tutta l’UE.
La visione di base è una collaborazione tra il Comitato economico e sociale europeo, l’agenzia di podcast Bulle Media, Linkiesta e VoxEurop. La serie di podcast sarà trasmessa su iTunes, Spotify, nonché sul sito Web e sui canali di social media de Linkiesta (in italiano) e di VoxEurop (in inglese).

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