Eleven Madison Park è uno dei più raffinati ristoranti newyorkesi, affacciato su Madison Square Park, a Manhattan, in uno storico edificio Art Déco. Il ristorante è di proprietà dello chef Daniel Humm dal 2011 e nel tempo è stato al centro di tutte le guide, di tutti i premi gastronomici ed è considerato da tutti i gastronomi nel mondo una delle esperienze da fare.
Durante la pandemia ha chiuso, pareva definitivamente, lasciando molti orfani delle sue ricette e del suo modo unico di fare ospitalità.
Ma oggi, a 15 mesi di distanza, l’annuncio dello chef sul suo profilo instagram ridà speranza a un’insegna che pensavamo di aver perso. E ci fa capire però che nulla sarà mai più come prima, anche nell’alta cucina. Perché il periodo Covid ha lasciato dei segni, e ha fatto pensare molto.
Daniel Humm scrive: «A partire dal 10 giugno 2021, il ristorante offrirà un menu da otto a dieci portate composto da piatti interamente a base vegetale. Gli ospiti possono anche scegliere il bar per un menu degustazione più abbreviato, qualche spuntino leggero, o semplicemente per un cocktail o un bicchiere di vino. Sono così entusiasta di dirvi che riapriremo l’Eleven Madison Park il 10 giugno.
In questo periodo, l’anno scorso, abbiamo dovuto licenziare la maggior parte del nostro team e non sapevo se ci sarebbe mai più stato un EMP. Ma abbiamo mantenuto un piccolo team e con il loro notevole impegno, insieme a Rethinkfood, abbiamo preparato quasi un milione di pasti per i newyorkesi bisognosi. Ho visto la magia del cibo in un modo completamente nuovo, e ho anche visto un lato diverso della nostra città. Oggi amo New York più che mai.
Per me era chiaro che questo lavoro dovesse diventare una pietra miliare del nostro ristorante, quindi abbiamo modificato il nostro modello di business. Ogni cena che acquisterete all’EMP ci consentirà di fornire 5 pasti ai newyorkesi bisognosi, consegnati da Eleven Madison Truck, che è gestito dal nostro personale. È un ecosistema circolare a cui partecipano tutti i nostri ospiti, il nostro team e i nostri fornitori.
Quando abbiamo iniziato a pensare di riaprire l’EMP, ci siamo resi conto che non solo il mondo è cambiato, ma anche noi. Abbiamo sempre operato con sensibilità rispetto al nostro impatto su ciò che ci circonda, ma è diventato sempre più chiaro che l’attuale sistema alimentare non è sostenibile. Sapevamo di non poter aprire lo stesso ristorante.
Con questo in mente, sono entusiasta di dirvi che serviremo un menu a base vegetale in cui non utilizziamo prodotti di origine animale.
Ci siamo ripromessi che avremmo cambiato direzione solo se l’esperienza fosse stata memorabile come prima. Sono molto ispirato dai piatti che hanno al centro le verdure e ho personalmente scelto una dieta più vegetale. A volte mi sveglio nel cuore della notte, pensando al rischio che stiamo correndo abbandonando i piatti che una volta ci contraddistinguevano. Ma poi torno in cucina e vedo cosa abbiamo creato. Ciò che all’inizio sembrava un limite ha iniziato a diventare liberatorio e siamo solo all’inizio. Crediamo che questo sia un rischio che vale la pena correre.
È tempo di ridefinire il lusso come un’esperienza al servizio di uno scopo più alto e con una connessione reale con la comunità. Un’esperienza al ristorante è qualcosa di più di ciò che è nel piatto. L’essenza dell’EMP è più forte che mai. Non vediamo l’ora di farvi conoscere questo nuovo capitolo».