Trapper tripolareIl cantante italo-guineano contro il rap mainstream (e a favore delle lotte dei braccianti)

MOJO, nato a Roma e cresciuto nel quartiere Grottarossa, Racconta il suo percorso da promessa del calcio a modello e cantante. Non è sceso in piazza per Black Lives Matter ma crede che sia giusto farlo per i lavoratori che raccolgono i pomodori che mettiamo in tavola ogni giorno

Mojo

Siamo ufficialmente nell’era degli eventi phygital, termine del momento per indicare l’interazione tra dimensione digitale e fisica. Ed è in questa duplice veste che esordisce Iper, il primo festival diffuso delle periferie di Roma (ma non solo) che dal 21 al 23 maggio presenterà in streaming gratuito dal teatro di Tor Bella Monaca 400 ore di iniziative multidisciplinari dedicate ai margini delle grandi città. Tra conferenze, installazioni, proiezioni, concerti online e offline salirà sul palco anche MOJO, giovane voce italoguineana della scena trap romana, con il collettivo Touch The Wood.

MOJO ci ha raccontato del suo percorso da promessa del calcio nella Roma a modello, cantante e sostenitore dei diritti dei braccianti. Non è sceso in piazza per Black Lives Matter ma crede che sia giusto farlo per i lavoratori che raccolgono i pomodori che mettiamo in tavola ogni giorno

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