BiginoMa che ci facciamo noi ancora qui?

Il New York Magazine cerca un Diner at Large, ovvero un redattore affamato di novità gastronomiche, che si entusiasmi all’idea di mangiare snack dopo la scuola con i ragazzi di Flushing al New World Mall o ordinare vongole fritte in ogni ristorante di pesce di City Island. A noi sembra il paradiso

Ce lo chiediamo da quando abbiamo letto l’annuncio di lavoro più intrigante possibile. Perché se ancora non esiste il ruolo perfetto per chi ama scrivere di cibo, al New York Magazine stanno facendo di tutto per crearlo.

Immaginatevi il sogno perfetto: New York, tutti i ristoranti che desiderate da provare, una rubrica sul NYMagazine dove scriverne, un rimborso spese e uno stipendio. Insomma, al giornale stanno cercando un buongustaio, uno “scrittore affamato” come scrivono nella chiamata alle armi, “un autore pazzo e ossessionato dai ristoranti che diventi per tutto il 2022 Diner at Large, qualcuno di abbastanza ambizioso da raccontare la storia di New York City attraverso 50 puntate gastronomiche”. Se avete un’altra idea di paradiso non siamo della stessa specie.

Riportiamo dall’annuncio: “Sai descrivere i noodles che cambiano la vita in ciascuna delle Chinatown di New York? Ti entusiasma l’idea di fare 14 cene consecutive per capire una volta per tutte qual è il miglior ristoratore della città? Ti chiedi costantemente com’è un hamburger al bar del New York Yacht Club, o come sono le vongole fritte in ogni ristorante di pesce di City Island, o le perle di ikura dai banchi di sushi più nascosti di Manhattan? Hai mai pensato di ordinare la braciola di montone o bistecca e aragosta da Keens? Sei entusiasta di passare ore a mangiare snack dopo la scuola con i ragazzi di Flushing al New World Mall?”. Non so voi, ma a noi questa prospettiva sembra davvero elettrizzante.

Certo, bisogna avere un’esperienza di scrittura, una conoscenza approfondita della città, e anche una grande resistenza: quello che non vi dicono mai di questo lavoro apparentemente da sogno è la capacità di resistenza che serve per farlo. Siete disposti a mangiare fuori ogni giorno, a volte anche due volte nello stesso pasto? Sareste felici di mangiare solo quello che vi propongono gli altri senza mai poter scegliere davvero? Sembrano piccoli sacrifici, ma alla lunga potrebbero fare di questo lavoro una mezza tortura. Ma di sicuro lo stipendio definito “competitivo” e soprattutto i rimborsi a piè lista potrebbero farvi immediatamente passare sopra a queste quisquilie: forse è questo, infatti, il vero punto alieno di tutta la proposta. Nessuno in Italia potrebbe permettersi un giornalista retribuito e con conto spese infinito solo per fare recensioni ai ristoranti di un’unica città. Ma qui parliamo del centro del mondo, e i conti sono diversi.

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