Saranno numerose le eccellenze artigianali europee coinvolte dalla nuova proposta di regolamento relativa alla protezione delle indicazioni geografiche artigianali e industriali. Tra queste i cristalli di Boemia o le porcellane di Limoges ma anche quelle italiane come il vetro di Murano o il marmo di Carrara. Un sistema di tutela che ha portato grossi benefici nel settore agroalimentare e che dovrebbe stimolare artigiani e produttori, nella maggior parte dei casi piccole e medie imprese, a investire di più anche in termini di innovazione. Lo studio del Parlamento europeo preparatorio all’intervento legislativo ha calcolato che il nuovo regolamento potrebbe portare benefici stimati tra i quaranta e i sessanta miliardi di euro creando circa trecentomila nuovi posti di lavoro in tutta Europa. Parlamento e Consiglio hanno trovato l’accordo provvisorio sul testo. Si attende solo l’approvazione formale prima del via libera definitivo.
Il sistema europeo di protezione delle indicazioni geografiche per vini, bevande e prodotti agroalimentari – probabilmente il più avanzato al mondo – ha permesso negli anni di tutelare le eccellenze all’interno del territorio dell’Unione europea e nei Paesi con i quali Bruxelles ha stretto accordi commerciali. L’indicazione geografica viene utilizzata per indicare che un prodotto ha un’origine specifica e possiede una certa reputazione o qualità attribuibile proprio al luogo di provenienza. Questo sistema ha consentito a molte aziende europee dell’agroalimentare di veder crescere i propri prodotti, limitando il più possibile le contraffazioni. Allo stesso tempo, i consumatori hanno potuto acquistare con maggiore consapevolezza.
Da diverso tempo la Commissione ragiona sulla possibilità di estendere questa tutela anche al mondo dell’artigianato e dell’industria. In particolare, a tutti quei prodotti artigianali la cui lavorazione fa parte del patrimonio artistico e culturale europeo come pietre naturali, gioielli, tessili, pizzi, posate, opere in legno, oggetti di vetro, porcellana e mobili.
In più della metà dei Paesi membri esistono già sistemi di tutela nazionale per i prodotti non agroalimentari ma l’eterogeneità di questi regolamenti non ha permesso di ampliare i benefici all’interno del mercato unico. Attualmente è anche molto costoso per le imprese presentare più domande di protezione del prodotto nei diversi ordinamenti. Anche a causa di questa assenza di uniformità, dopo anni di discussioni, è recentemente arrivata un’accelerazione da parte di Bruxelles: a fine febbraio la commissione affari giuridici del Parlamento europeo ha approvato all’unanimità la relazione sulla proposta di regolamento relativa alla protezione delle indicazioni geografiche per i prodotti artigianali e industriali (relatrice l’eurodeputata tedesca del Partito popolare europeo Marion Walsmann). A maggio poi è stato trovato l’accordo provvisorio tra l’Eurocamera e il Consiglio europeo e ora si attende solo l’ok definitivo da parte delle due istituzioni che arriverà, presumibilmente, in autunno.
Un quadro più uniforme potrà fornire ai consumatori informazioni migliori sull’autenticità dei prodotti, sia negli acquisti offline che in quelli online. Il nuovo sistema permetterà inoltre di estendere la tutela anche nei Paesi extra-UE con i quali Bruxelles stipula accordi di libero scambio. Come ad esempio il Messico, che già nell’ultimo aggiornamento dell’accordo commerciale aveva chiesto all’UE il riconoscimento dell’indicazione geografica delle proprie eccellenze artigianali. Richiesta accolta solo in parte vista l’assenza di un quadro normativo europeo definito.
Il regolamento ha però sollevato alcune perplessità nel mondo agroalimentare, preoccupato che questa nuova previsione normativa potesse banalizzare il percorso per ottenere il marchio europeo di tutela, che per le imprese artigianali e industriali avrebbe richiesto solo un’autocertificazione. Questa posizione è stata oggetto della trattativa con il Consiglio e ha portato al rafforzamento dei controlli a monte da parte degli Stati membri.
A spiegare meglio la questione è Brando Benifei, capodelegazione del Partito demcoratico al Parlamento europeo, membro della commissione per il mercato interno e sostituto nella commissione affari giuridici: «La norma è un passo importante per la tutela delle nostre eccellenze artigianali. – spiega Benifei – Credo però che non siano da minimizzare le preoccupazioni del settore agroalimentare e nella trattativa con il Consiglio si è tenuto conto anche di questo aspetto, prevedendo procedure di controllo più efficaci. Sono del parere che una volta trovata la quadra questo meccanismo potrà funzionare da moltiplicatore positivo anche per il mondo dell’agroalimentare. Il tema è condivisibile e unitario e da parte nostra c’è la volontà di darne piena attuazione».