Il numero di firme raccolte in meno di due mesi è abbastanza strepitoso e imprevedibile. Così come, ancora una volta, appare strepitosa e prevedibilissima l’incapacità della politica di comprendere le trasformazioni della società. Ma l’esaltazione dello strumento referendario, motivata dal significato politico delle consultazioni di giugno e dell’ultima raccolta firme, non deve trarci in inganno.
Qualcuno ha affermato che il “like” di Facebook ci farà perdere ogni senso estetico, poiché la scelta di ciò che ci piace avviene d’istinto, senza alcuna elaborazione e senza alcun ragionamento. La mia impressione è qualcosa di simile stia avvenendo sulla scena politica, dominata interamente dai talk-show televisivi, e soprattutto da sondaggi e referendum. Il continuo ricorso preventivo al parere dei cittadini non garantisce di per sé un aumento della qualità democratica. Anzi. Una democrazia compiuta e matura si regge innanzitutto sulla possibilità per i cittadini di essere informati e di poter valutare e scegliere cosapevolmente. Ma chi di noi aveva le idee chiare sul significato del referendum sull’acqua, o sui servizi pubblici locali? E quanti di noi sono esperti di leggi elettorali, nel merito delle leggi elettorali?
Benedetto il referendum abrogativo del Porcellum, dunque, se ci sarà. Ma per festeggiare il risveglio democratico occorre ritrovare sedi, percorsi e classi dirigenti in grado di elaborare, informare e formare.
3 Ottobre 2011