Il 2012 è partito proprio bene per la Fiat. Quanto meno a Piazza Affari. E in un modo che sorprende un po’ tutti, magari pure la Consob. In termini relativi, i titoli del Lingotto hanno guadagnato l’11% in più rispetto all’indice dei titoli principali, il Ftse Mib. Il tutto in modo apparentemente sconnesso dal flusso ufficiale di notizie. Le quotazioni sono partite a razzo (+4,5% a 3,71 euro da 3,55 del 30 dicembre) già nella prima seduta dell’anno, a dispetto del crollo delle vendite di dicembre in Italia (-19,7%), reso noto nella stessa giornata. Il Capodanno aveva evidentemente messo di buon umore i compratori, che con occhio lungimirante non si sono fatti scoraggiare.
Andamento del titolo Fiat a confronto con indice Ftse Mib – fonte: borsaitaliana.it
L’impennata borsistica di Fiat è proseguita anche il 3 gennaio (3,85 euro, +3,7%), ma si è stranamente fermata l’indomani (3,75 euro, -2,39%) quando cioè sono arrivati gli ottimi dati sulle vendite di dicembre della controllata americana Chrysler (+37% a dicembre, ventunesimo mese consecutivo di incremento). Riepilogo: i titoli salgono quando dovrebbero scendere, e viceversa.
Le stranezze, per ora, finiscono qui. Ieri, 5 gennaio, all’annuncio dell’aumento del 5% al 58,5% della partecipazione Fiat in Chrysler, il mercato ha reagito come è lecito aspettarsi: in rialzo, del 3,57 per cento. Oggi, il titolo del Lingotto continua ad distanziare il listino (+2,3% contro 0,9% alle 14:55).
Il brillante 2011 della Chrysler (+26% sul 2010) non basta però a giustificare il balzo del 10% in pochi giorni. Secondo gli analisti, l’obiettivo di vendite per il 2014 (6 milioni di auto), fissato dall’amministratore delegato Sergio Marchionne, è poco plausibile. Come pure quello di 4,2 milioni per tutto il 2011. Se tutto va bene, dicono gli osservatori, nel 2014 si arriva a 5 milioni. A meno di un’aggregazione con un gruppo asiatico, ipotesi circolata più volte ma al momento tutta da immaginare.
Più a portata di mano è invece l’integrazione Fiat-Chrysler. Una spiegazione dello sprint borsistico di inizio 2012, dunque, potrebbe partire da qui. Forse, sul mercato si scommette su un’accelerazione dell’integrazione Torino-Detroit, di cui l’acquisizione dell’ultimo 5% è «un passo fondamentale», come ha ribadito recentemente Marchionne. Forse c’è già chi ha fatto qualche conto e pensa già ai futuri concambi azionari.
O forse gli acquisti su Fiat sono partiti a scopo difensivo, per impedire che, in un momento di tensione generale, prendessero piede posizioni speculative al ribasso. Quale che sia la spiegazione, con tutto quel che succede sui mercati, il balzo del Lingotto ha del prodigioso.
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