Trenta denari

Trenta denari

«Perché quest’olio profumato non si è venduto per trecento denari per darli ai poveri? Disse questo non perché gl’importava dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro». Non è necessario appropriarsi della cassa per venir meno a un mandato. Nemmeno è decisiva la ricompensa di chi tradisce la fiducia. A volte trecento denari non bastano, altre volte trenta sono sufficienti. Non pochi si accontentano di poco: del narcisismo della propria intelligenza, dei propri deliri di onnipotenza. Una volta però le colpe dei padroni erano semplici. Invece, le colpe del padrone di oggi, gruppo di maggioranza o consiglio di amministrazione, sono sempre un po’ sui generis. Sì, ci sono dei birbanti in mezzo a noi: e questo non ci fa onore. Anche se ingannata, la vittima ha la sua parte di torto: ognuno ha i mentitori che si merita e che gli rinviano fedelmente la sua immagine, così come allo spettatore poco esigente gli spettacoli mediocri rinviano fedelmente l’immagine del suo cattivo gusto.  

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