Scusate, non c’entra niente con il blog in generale, ma ci tenevo a dire un paio di cose sulla notte dei musei di ieri a Roma. Un’iniziativa bellissima e davvero ben riuscita, al netto di due o tre “ma” giganteschi che vorrei discutere. Ma partiamo dai meriti: prima di tutto, aprire i musei fino alle 2 di notte è un’iniziativa da applausi; poi, vedere così tanta gente in giro fino a notte fonda aspettare pazientemente il proprio turno mi ha fatto veramente piacere. Anche perché Roma è un gigantesco museo a cielo aperto che però pochi hanno il tempo, la voglia e la pazienza di osservare con attenzione. E’ come se la si desse per scontata: ah sì, guardda, un muro romano, un’anfora, un dipinto di Caravaggio. Ieri sera, invece, si è reso omaggio a tutte le meraviglie che sono qui custodite. Bella iniziativa.
Ma veniamo, ahimé, alle note dolenti. Prima di tutto, i mezzi pubblici: col motorino dal meccanico, l’idea di prendere la macchina non mi ha neanche lontanamente sfiorato. E, quindi, via coi mezzi pubblici. L’8 (per i non romani, il tram che percorre Viale Trastevere, uno dei pochi mezzi efficienti della capitale) arriva quasi subito, com’è ovvio. In Largo Argentina, però, la prima brutta sorpresa: i mezzi che dovevano essere potenziati, non arrivano e quando lo fanno sono stracolmi di gente. Un traffico incredibile, nel frattempo, ha paralizzato la vicina Piazza Venezia: era proprio necessario lasciare aperta la Ztl? Non si poteva tenerla chiusa e far circolare più mezzi pubblici? Mistero.
La lamentela più grande, però, è quella sugli orari: se l’iniziativa dura dalle 20 alle 2, le code saranno chilometriche. Via Nazionale, per esempio, è stata teatro di circa 500 metri di fila per il Palazzo delle Esposizioni. Altrettanto lunghe le code per i mercati di Traiano e per la mostra di Vermeer alle Scuderie del Quirinale. Idem in Campidoglio, al Maxxi, al Macro e, in generale, in tutti i luoghi di attrazione. Le code infinite mi hanno permesso di scoprire le strepitose terme di Diocleziano che, lo ammetto non senza vergogna, non avevo mai visitato in tre anni qui a Roma. Comunque, visto che ogni volta che viene organizzata la notte dei musei le code la fanno da padrone, ma non si potrebbe farla iniziare un po’ prima? Che so, dalle 14 alle 2, dodici ore filate di arte gratis. Oppure, farla continuare fino al mattino successivo, come per la “Notte del Caravaggio”. Sono modeste proposte per evitare che un’iniziativa bellissima si tramuti in un deterrente per andare a visitare i musei: “Sì, vorrei andare a vedere Palazzo delle Esposizioni, ma con la fila che c’è, meglio stare a casa”. Sarebbe veramente un peccato capitale.
Ma visto che questo blog, in fin dei conti, è nato soprattutto per i due cani che hanno la ventura di vivere con me, vi presento i due soggetti in questione: il primo, Ade, che sembra essere in posa da fotomodello, concentra in soli 7 kg gli atteggiamenti acidi di un anziano alla Walter Matthau e le esuberanze dei cuccioli. Dominante, si contende con me la supremazia sul cuore della mia compagna. E, tendenzialmente, vince lui.
Bacco, invece, che è dei due il mio preferito (lo dichiaro candidamente perché la ma fidanzata fa lo stesso con Ade), è mite e dolce. Certo, a volte la sua insicurezza verso il mondo diventa quasi irritante. Come quando, durante i temporali, fugge in giro per la casa nottetempo con le unghiette che ticchettano per terra producendo un rumore come se un picchio avesse preso asilo sul muro di cucina.