La General Electric ha appena ufficializzato l’acquisizione per 3,3 miliardi della divisione aeronautica della Avio (1,7 miliardi di fatturato), di cui era peraltro il principale cliente. La divisione spazio è rimasta fuori dalla transazione. L’offerta del gruppo americano ha prevalso su quella di Safran e sulla proposta del Fondo strategico italiano (emanazione dello stato).
Qualcuno dirà che gli stranieri ci portano via le aziende e che bisogna difendere l’industria nazionale (la Avio era comunque già controllata dal fondo britannico Cinven) con le cosiddette operazioni di sistema e interventi di politica industriale.
In realtà non è accaduto nulla per cui strapparsi i capelli. L’investimento della GE in Avio è una buona notizia perché è il segno qualcuno che crede nell’Italia e ci investe. Ed è una buona notizia perché questo qualcuno è un gruppo che ha già dato dimostrato, con il Nuovo Pignone, di sapere rispettare e valorizzare la tradizione e l’eccellenza industriale italiana più di tanti altri sedicenti patrioti. Bisogna decidersi: non ci si può lamentare perché gli stranieri non investono, e poi elevare alti lai quando lo fanno.
Twitter: @lorenzodilena
La Avio è una multinazionale che produce componenti e sistemi per la propulsione aerospaziale, sia civili sia militari. Basata a Torino, ha 5.200 dipendenti di cui 4.500 in Italia, e un fatturato di 2 miliardi di euro, di cui il 90% verso l’estero. Era controllata dal fondo di private equity inglese Cinven (81%) e partecipata Finmeccanica (14%).