C’erano una volta le care, vecchie e saggie banche italiane. Seri e bonari istituti di credito, radicati nel territorio, a stretto contatto con famiglie, imprese, istituzioni e anche.. partiti, ma sì. Forse arretrate e un po’ sparagnine quando si trattava di investire sulle nuove idee ma non quando si presentavano i mammasantissima della politica. In fondo però solide, e non corrotte dalle spericolate commistioni tra banca d’affari e banca commerciale (come i cattivoni americani), che tanto male hanno fatto alla finanza e all’economia globale. Skretch.. Fine della favola. La vicenda del Monte dei Paschi di Siena è il peggior modo per tornare alla realtà. Anche – e soprattutto – perché ci sbatte in faccia una terribile verità: il sistema bancario, inclusi i controlli e le istituzioni preposte alla vigilanza, non funziona, malgrado ci fossimo lasciati dietro Fazio e i furbetti del quartierino. E allora suonano ancor più stonate alcune dichiarazioni di questi giorni, come quella del direttore generale dell’ABI, Giovanni Sabatini, che sostiene che il nostro sistema di vigilanza è un modello per l’Europa e per il mondo intero. Particolare da ricordare: Giovanni Sabatini dal giugno di 2008 è stato condirettore centrale della CONSOB con responsabilità dell’Ufficio Emittenti, che ha anche il compito di verificare operazioni rilevanti delle società quotate. Il periodo è quello del convertendo F.R.E.S.H. da un miliardo di euro, il prestito di Jp Morgan travestito da operazione sul capitale. Questo non significa che l’Ufficio Emittenti abbia commesso delle irregolarità o delle leggerezze, anche perché a quanto sembra l’operazione era appunto camuffata. Ma affermare addirittura che siamo un modello sembra un po’ azzardato.
29 Gennaio 2013