(Es)cogito, ergo sumCara Italia, proteggi l’arte e non metterla da parte

  Quando nel 2011 il Comitato nazionale per la valorizzazione dei beni culturali, ambientali e storici chiese in prestito alla Francia la “Gioconda” per poterla esporre a Firenze nel 2013, in occas...

Quando nel 2011 il Comitato nazionale per la valorizzazione dei beni culturali, ambientali e storici chiese in prestito alla Francia la “Gioconda” per poterla esporre a Firenze nel 2013, in occasione del centenario del suo ritrovamento, si trovò di fronte a un perentorio diniego. Il Louvre giustificò il rifiuto affermando che il trasporto di un’opera d’arte così preziosa e fragile fosse “assolutamente inimmaginabile”.

Nonostante il dispiacere di non poter ammirare in Italia- anche se solo temporaneamente- il capolavoro di Leonardo, il ragionamento dei francesi non fa una piega. Che senso avrebbe infatti esporre a pericoli intrinseci, quali trasporto, cambiamento climatico e rischi annessi e connessi, il quadro più famoso al mondo?

Peccato che se in Francia la pensino così, in Italia invece si agisca in senso completamente opposto, sottoponendo le nostre bellezze artistiche a spostamenti, nella maggior parte dei casi, opinabili e superflui. E così può accadere che un bassorilievo in gesso di Antonio Canova, “L’uccisione di Priamo” sia rovinosamente caduto a terra e si sia sbriciolato in uno spostamento da Perugia- dove veniva custodito nell’Accademia delle Belle Arti- ad Assisi, dove sarebbe dovutaoessere esposto in una mostra dedicata al suo autore.

L’increscioso episodio non ha avuto l’eco mediatica che la gravità dei fatti avrebbe meritato e niente ha infranto il vetro opaco dell’indifferenza delle istituzioni di fronte all’ennesimo scempio di un pezzo importante del nostro patrimonio artistico.

Eppure l’accaduto dovrebbe indignarci costringendoci a fare una riflessione sullo stato dell’arte in Italia, iniziando dalla disinvoltura con cui i nostri tesori artistici viaggiano da un capo all’altro del mondo come se fossero bagagli qualsiasi. Per fare solo un esempio, in questo momento l’”Annunciazione di San Martino alla Scala“, di Sandro Botticelli ( delicato affresco conservato a Firenze nella Galleria degli Uffizi) è esposta all’Israeli Museum di Gerusalemme, dopo essere appena tornata da Pechino.

Probabilmente questi prestiti implicheranno un notevole tornaconto economico e le opere d’arte sono cospicuamente assicurate, ma non c’è denaro che tenga di fronte alla concreta possibilità che possano subire danni, più o meno reversibili. Nel caso del bassorilievo di Canova andato, irrimediabilmente, perduto l’assicurazione risarcirà 700 mila euro, che sono nulla in relazione al fatto che a nessuno sarà mai più consentito ammirarlo.

Ma non c’era stato insegnato che ci sono cose che non si possono comprare?

E come questa storia- tristemente- insegna talvolta non è sufficiente possedere una Mastercard.

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