Quando rispondo al telefono capisco subito che è lei. E’ preoccupata. Piange. Niki non mangia. Le ha preparato uova e piselli. Ha mangiato sei piselli. Mi chiedo come sia possibile mangiare sei piselli e mi chiedo come sia possibile anche contarli. Sono in un vortice ormai loro due, una realtà ammalata, di affetto che si trasforma in ansia, preoccupazione. La capisco, ha la mia età e una figlia di 17 anni che è scivolata da una taglia 40 a una 36, come la saponetta scivola dalle mani sotto l’acqua, più stringi la presa più sfugge. Si scioglie, diventa schiuma e viene inghiottita dallo scarico del lavandino.
La copertina di Marie Claire di novembre ha acceso un dibattito del tutto mediocre sul tema dell’anoressia e sugli ideali di bellezza delle donne. Direttori, scrittori e ministri che hanno scelto i 140 caratteri di Twitter per commentare un fenomeno che sfugge ai tentativi di sintesi per sua stessa natura. Il tema quando approfondito tende ad ‘aprirsi’ e a manifestare la sua interdisciplinarità chiamando in causa le scienze mediche, quelle psicologiche, senza dimenticare i rami antropologici e sociali.
140 caratteri, non scherziamo.
Marthe Wiggers, la modella diciassettenne che la famosa rivista ha messo in copertina in tutta la sua magrezza non è il problema, non è nemmeno un problema. E’ una teen in taglia 36/38 che probabilmente si alimenta e cresce in modo sano e normale.
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