MarginiCensis l’io e il cell

Io non sopporto vedere le persone che camminano per strada e per non incrociare lo sguardo fingono di vedere il cellulare. Ma davvero fingono? O è una parte del loro sé, un oggetto transizionale, ...

Io non sopporto vedere le persone che camminano per strada e per non incrociare lo sguardo fingono di vedere il cellulare.

Ma davvero fingono? O è una parte del loro sé, un oggetto transizionale, una protesi psichica?

Il Censis dice che i giovani (e non solo) italiani sono sempre più in preda al virus della disarticolazione dei pensieri.

Ma il senso di panico che prende al solo pensiero di uscire da casa senza il fido cellulare, come se qualcosa di essenziale mancasse, indica forse una mutazione psicologica del rapporto con il mezzo.

C’è una pluralità di studi sull’effetto della tecnica nella soggettivazione individuale e collettiva, bisognerà andarli a studiare.

Forse la nuova rivoluzione sarà l’invito a una deafferentizzazione informatica.

Potrebbe essere la nuova tendenza, lanciata con un hastag di twitter.

“Con i nuovi media del futuro, ognuno potrà dire quello che pensa senza pensare.”
Carole Cooney Noon