Luis Alberto Orellana ‘rischiò’ di diventare presidente sel Senato come nome scelto dal Movimento 5 Stelle. Poi le divergenze con il Movimento hanno visto delle scelte che lo hanno all’espulsione. Ora il parlamentare appoggia la candidatura di Marco Cappato a Milano (escluso dai principali dibattiti come quello voluto da Sky) e le battaglie dei Radicali.
Potete leggere anche le risposte di Mara Mucci, deputato anche lei uscita dai 5 Stelle e che, come Orellana, ora appoggia Cappato e i Radicali.
Cosa dell’attività di Marco Cappato e dei Radicali le ha fatto brillare gli occhi al punto di decidere di appoggiarli a Milano addirittura con una vostra candidatura?
RISPOSTA: Mi ha convinto la capacità di incidere di Marco Cappato in consiglio comunale pur essendo da solo. Tante battaglie spesso con esito positivo sono state da lui condotte e su temi che mi hanno sempre interessato come la trasparenza nella pubblica amministrazione e la partecipazione dei cittadini tramite i referendum. Questa capacità sinceramente mi ha colpito e per questo quando mi ha proposto di appoggiarlo ho accettato.
E’ evidente invece quanto poco invece abbia inciso il consigliere comunale del M5S che non ha prodotto quasi nulla e, infatti, non viene neanche mai citato dall’attuale candidato Corrado. Eppure M5S faceva della partecipazione un suo cavallo di battaglia. Il consigliere comunale doveva essere il terminale della “rete” nelle istituzioni e quindi avere tanto da dire e da proporre. Nulla di tutto ciò. Il consigliere comunale M5S ha brillato per la sua inutilità. Questo dimostra che il M5S è diventato un “brand” da vendere ma che è privo di contenuti concreti. Nel M5S le capacità e il merito delle persone vengono sacrificate a favore della fedeltà a Grillo e alla Casaleggio Associati srl.
Quest’appoggio vale solo per Cappato o per i Radicali in generale? Del loro appoggio a Giachetti a Roma cosa pensa?
RISPOSTA: A Milano appoggio Cappato e la sua lista. In generale invece, esistono battaglie comuni che porteremo avanti: la richiesta di referendum costituzionali per parti separate e parziali, completare la legge sulle unioni civili con la adozione del figlio del partner, una legge sul fine vita, la legalizzazione della cannabis. Questi sono alcuni temi nazionali che ci uniscono.
Sull’appoggio alla candidatura Giachetti non mi pronuncio. Non conosco la realtà romana ma, considerato che Giachetti è un esponente radicale non mi stupisce l’appoggio dei radicali romani.
Avete un cavallo di battaglia che state proponendo per Milano?
RISPOSTA: Se per cavallo di battaglia si intende uno slogan che poi lascia il tempo che trova direi che non ne abbiamo. Abbiamo invece un programma diviso in 3 grandi capitoli: Per la città, per le istituzioni, per le persone e che si può trovare al link: http://www.marcocappato.it/programma/
Si tratta di punti concreti e soprattutto di una modalità di coinvolgimento dei cittadini tramite, ad esempio, i referendum cittadini.
Quali sono secondo lei i tre principali problemi attuali e le tre priorità di cui ha bisogno la capitale economica italiana?
RISPOSTA: Milano è una città che ha bisogno di aumentare la qualità della vita. Questo si realizza in vari modi: migliorando la mobilità (impulso alla linea 4 della metro e partenza dei lavori per la linea 6, ad esempio), aumentando il verde pubblico (Milano ha 180 aree dismesse censite: alcune potrebbero diventare verde pubblico), aumentando l’offerta di edilizia pubblica residenziale per aiutare chi è senza casa, aumentando l’offerta di posti negli asili nido (comunali, privati e aziendali), rendendo concreto il PEBA (Piano Eliminazione Barriere Architettoniche). A questo va aggiunto una lotta seria all’inquinamento riducendo drasticamente i giorni di sforamento dei limiti di polveri sottili nell’aria che ogni inverno avvengono. Tanti interventi il cui costo può essere finanziato anche con la cessione di quote delle partecipate.
Una candidatura probabilmente di servizio ma che arriva mentre siete parlamentari: per voi non è mai stata una questione quella dell’accumulo delle cariche e dei ruoli? Un parlamentare che si candida a consigliere comunale e viene eletto ritiene sia doveroso che rinunci alla prima carica, benché più importante?
RISPOSTA: La mia candidatura è esclusivamente di sostegno a Marco Cappato e ai radicali milanesi. La candidatura è funzionale a rendere più concreta la mia adesione al programma della lista. Nulla di più.
La domanda che viene spontanea è: come mai appoggiate i Radicali solo ora, visto che esistono da decenni mentre avete deciso di appoggiare il Movimento 5 Stelle anche come forza contro tutti i partiti esistenti? Si può dire che ha rivalutato almeno qualche forza politica o qualche candidato, facendo quindi una riflessione sull’atteggiamento precedente?
RISPOSTA: Nei Radicali ho ritrovato quello spirito iniziale del M5S in cui prevaleva la voglia di fare, di proporre, la concretezza insomma. Nella mia realtà locale di meetup pavese abbiamo collaborato con chiunque volesse portare avanti le nostre istanze. Ad esempio abbiamo raccolto le firme per i referendum per l’acqua pubblica e contro il nucleare insieme ad altri: associazioni ma anche coi partiti (tra l’altro di sinistra come SEL o PD). Nessuna chiusura ideologica come invece è ora nei confronti degli altri partiti. Ci consideravamo il virus positivo che si sarebbe diffuso nella società portando avanti proposte concrete e soprattutto un metodo di confronto democratico con tutti che invece consideravamo assente nei partiti. Ben diverso si è rivelato il M5S in Parlamento a Roma. Credo che la sete di potere, il desiderio di comandare ha fatto deviare dal M5S originale: era inclusivo, pragmatico (in questo né di destra né di sinistra, le idee non lo sono: o sono buone o sono cattive) e non certo manicheo con il mondo diviso fra buoni e cattivi dove i buoni sono solo del M5S e gli altri tutti cattivi. Il M5S è diventato una ideologia che rimanda al futuro, quando governerà, la soluzione dei problemi degli italiani. In fondo, lo stesso approccio dell’ideologia comunista che rimandava al sol dell’avvenire il futuro radioso. Una grande mistificazione.
Nel frattempo il M5S tifa per lo sfascio dell’Italia sperando che questo li favorisca nella scalata al potere. Grillo ha più volte parlato di una Italia futura in macerie che poi lui è disposto a ricostruire. Un’opposizione quindi chiusa e irresponsabile. Ben diversa dalla opposizione seria e rigorosa fatta dai Radicali negli anni che pure in alcuni momenti non hanno avuto paura di compromettere la loro “purezza” nella speranza di fare il bene della nazione.
I Radicali stanno attraversando un momento delicato dopo la morte di Marco Pannella, anche con una spaccatura tra due visioni politiche differenti, Cappato è però orgoglioso che non ci siano epurazioni. Nei 5 stelle invece ci sono stati vari casi, poi c’è il caso Pizzarotti che è molto contestato nonostante a Parma i consiglieri siano con lui. Cosa pensa di questa situazione creatasi e come la si può risolvere per evitare espulsioni sommarie?
RISPOSTA: Credo che in modo molto freddo e calcolatore e volendo ridurre il danno d’immagine Grillo e Casaleggio sposteranno la espulsione di Pizzarotti a dopo il ballottaggio. Forse però potrebbero decidere di tenerlo in sospeso a tempo indeterminato. Si accontenterebbero quindi della campagna denigratoria che hanno orchestrato contro di lui. Chiedono a Pizzarotti una trasparenza che loro invece non garantiscono mai.
Per evitare che avvengano in futuro espulsioni sommarie è necessario che il partito di Grillo e Casaleggio si doti di uno statuto democratico in sintonia con quanto prevede l’articolo 49 della Costituzione. Ci devono essere organi interni di garanzia eletti democraticamente e questo a tutela di ogni iscritto. L’espulsione da un partito non dovrebbe mai essere lasciato nelle mani di una sola persona (anche se è il fondatore che si autonomina “il Garante”) come sta avvenendo ora in maniera esplicita o come avveniva fino a poco tempo fa con incontrollate e incontrollabili consultazioni online per ratificare espulsioni sommarie.
Ha rivalutato la forma partito o pensa comunque che è indispensabile il suo superamento? E come?
RISPOSTA: La nostra Costituzione basa la democrazia italiana sulla esistenza e sul contributo dei partiti. Non occorre pensare a un loro superamento ma una loro rivisitazione con la applicazione della democrazia al loro interno come previsto dall’art.49 della Costituzione.
La fine dei partiti popolari, la fine delle ideologie del ventesimo secolo hanno portato a una personalizzazione eccessiva dei partiti. Molti partiti si identificano con il loro leader. Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti.
Le leadership dei partiti devono essere contendibili e messe in discussione periodicamente tramite strumenti democratici (il classico congresso o le primarie o altre forme democratiche di verifica del leader). A mia memoria solo pochi partiti recentemente hanno cambiato il leader con consultazione dei propri iscritti: PD, IdV e Lega. In altri invece è assolutamente vietato: Forza Italia e M5S. Quest’ultimo con la grande ipocrisia poi di creare strutture (e.g. “il direttorio”) senza veri poteri e composte con nomine imposte dall’alto e solo ratificate dalla base.
Il rispetto di semplici regole democratiche può ridare credibilità ai partiti e gli elettori si potranno riavvicinare.
Twitter: ema_rigitano