From Paris with blogCharlie Hebdo risponde (di nuovo) agli italiani

C’era da aspettarselo. Dopo la risposta alle polemiche sulle (audaci) vignette pubblicate da Charlie all’epoca del terremoto di Amatrice, anche questa volta il settimanale satirico francese non è r...

C’era da aspettarselo. Dopo la risposta alle polemiche sulle (audaci) vignette pubblicate da Charlie all’epoca del terremoto di Amatrice, anche questa volta il settimanale satirico francese non è rimasto a guardare. Nuovo polverone – a causa dell’ormai famoso disegno (anch’esso audace) con la morte sugli sci -, nuova reazione pubblicata sul numero in edicola questa settimana. Anche in questo caso, la redazione di Charlie ha dimostrato di sapere come si colpisce nel vivo l’orgoglio del nemico, lasciando perdere – come era avvenuto nell’editoriale di Gérard Biard – le argomentazioni politico-amministrative e le insinuazioni su eventuali infiltrazioni mafiose, e decidendo semplicemente di tradurre alcuni dei terribili commenti ricevuti da altrettanti “lettori” italiani. Ed eccoci ancora una volta ridicolizzati davanti ai francesi.

E’ stata una mossa di una finezza spietata e crudelissima, quella di recuperare dei commenti scritti a caldo, sull’onda dell’indignazione, e di sbatterli sul giornale due settimane dopo la polemica. Per me, lettore italiano (e abruzzese), è stato un bel pugno nello stomaco. Lo ammetto. Ma c’è anche un lato positivo in questa bomba ad effetto ritardato: la possibilità di analizzare a freddo l’articolo e di rendersi conto che in Italia ci vuole davvero poco per trasformare un dibattito sui limiti della satira (e/o sulla qualità editoriale e la valenza ideologica di un prodotto come Charlie) in una partita di calcio tra due nazioni, Italia e Francia, che – diciamocelo chiaramente – non perdono occasione di massacrarsi a vicenda.

“[…] questa provocazione […] – scrive la “Dottoressa Myriam Ambrosini” (notare come abbiano riportato anche il “titolo” della persona che ha scritto il commento) – è uno schiaffo all’italianità. Peccato che mentre NOI esportavamo la cultura nel mondo, VOI, francesi, portavate ancora i copricapi con le corna e le pelli delle bestie per coprirvi il corpo”.

Pincopallino Jack rincara la dose: “Senza bidet, culi sporchi. Razza bastarda. Ladri di opere d’arte e di territori. Falsi vincitori della guerra, leccaculo degli Alleati. Vi auguro di morire”.

Mentre il commento di Davide Rivolta ci riporta esattamente al punto di cui sopra: “Il gol di Materazzi a Berlino nel 2006 vi fa ancora male al culo? Massa di merde”.

Insomma, è giusto indignarsi per la satira di cattivo gusto, ma perché continuiamo a confondere Charlie con i francesi?

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