Forse un giorno qualcuno scriverà un libro sulle relazioni umane ai tempi dei vaccini, e sarà un libro pieno di tenerezza, visto che è un libro sulle relazioni umane.
Ieri ho scritto a Dino (un mio amico) per sapere come stava, un amico che non abita a Milano e che quindi vedo poco. La sua risposta dopo una breve introduzione sulle vacanze e sul luogo di villeggiatura dove si trova attualmente è stata tutta un’invettiva contro la legge sui vaccini e sulla dura lotta (parole sue) che gli spetterà nei prossimi mesi, visto che ha un figlio piccolo, lotta che potrebbe portarlo ad andar via dall’Italia in caso di sconfitta (sempre parole sue).
Per una scelta esistenziale, non ho particolare interesse per le opinioni di tutti, cerco insomma di saperne il meno possibile: per questo ho pochissimi amici su Facebook (degli 800 che avevo sono sceso a 225) la metà di questi non sono visibili sulla mia homepage e ho bloccato la visualizzazione di pagine a me sgradite, così se qualcuno condivide e commenta cose di Roberto Saviano, Christian Raimo, Laura Boldrini, Huffington Post (solo per fare alcuni esempi) io non posso vederle. Rimani mio amico, certo, ma non voglio partecipare al tuo suicidio culturale.
Ho cominciato tutta questa pulizia quando mi sono reso conto che avevo molti conoscenti in odor di grillismo: postavano o condividevano post para – grillini? Li cancellavo subito o se erano amici li nascondevo. Poi ho cancellato/nascosto i vegani, i vegetariani pazzi, le femministe, e poi altri, e poi altri ancora, ma non perché mi spaventino le loro idee politiche (nessuna idea mi spaventa) ma perché mi spaventa il radicalismo, il fanatismo o meglio la mancanza di laicità.
Ma nonostante questa barriera, a volte qualcosa sfugge e sono appunto le relazioni umane che non possono essere frenate da un algoritmo. Come tutti sappiamo su Facebook in alto a destra possiamo veder scorrere l’attività dei nostri amici: su cosa mettono mi piace, cosa hanno condiviso, cosa seguono e soprattutto cosa commentano. Ho pensato a questo libro sulle relazioni umane ai tempi dei vaccini quando ho letto Mauro, un amico che non ho nascosto, che commentava un post di un tal Alessio, che conosco e che avevo su Facebook ma che ho eliminato non essendo una conoscenza molto stretta. Alessio aveva pubblicato un articolo contro i vaccini, Mauro ed Alessio sono molto amici anche se non vivono nella stessa città, Mauro stima profondamente Alessio, entrambi hanno un figlio piccolo, e Mauro non si aspettava che Alessio fosse contro i vaccini e Mauro volendogli bene e stimandolo non vuole fare finta di niente come si fa con le persone che non stimiamo, e allora commenta il post di Alessio con tutto il tatto del mondo, cercando di essere democratico e aperto, esponendo le sue ragioni sui vaccini, dicendo che Alessio forse sta sbagliando. Ma niente Alessio è inamovibile e seppur non scrive in maiuscolo, non usa la K al posto della C, non mette ovunque il punto esclamativo, manifesta la stessa intransigenza di queste truppe che sono in guerra sul fronte vaccini, usando tutte le armi a loro disposizione (lotta alle lobby, legge liberticida, pericolosità dei vaccini, eccetera) e lasciando Mauro, ad un certo punto, senza parole (infatti, non risponderà all’ultimo post) di fronte a tale invettiva nei suoi confronti, cioè nei confronti di un amico.
Come sono cambiate le nostre relazioni umane ai tempi dell’intransigenza degli internauti?
Tempo fa un altro amico che aveva fatto politica a sinistra per anni e che ora ha tanti ex compagni approdati al fronte pentastallato mi ha detto: “Sai, io sono renziano, ma non metto mai mi piace o condivido cose su Facebook, per non litigare e discutere con i miei amici”. Era dispiaciuto di non esprimere la sua opinione o dispiaciuto di non poter avere relazioni umane sane con persone a cui magari vuole bene?
Poi sempre ieri ho incontrato una mia amica, molto di sinistra e molto impegnata (insomma tendenza Gino Strada) e mi ha detto che secondo lei il vero pericolo di questo paese è la svolta a destra. Ed io che sento parlare del pericolo della svolta a destra da più di vent’anni ho pensato al messaggio di Dino sui vaccini dopo che gli avevo chiesto come stava e che ancora non gli avevo risposto.
Alla fine non ho risposto all’affermazione della mia amica e nemmeno ho risposto a Dino.