Banca(rotta)Il “bacio di Giuda” di Barbagallo (Banca d’Italia): “La crisi delle banche italiane? Colpa di Commissione Europea e B.C.E.!”

Prendiamo spunto dall'appena trascorsa 93a Giornata Mondiale del Risparmio per tornare a parlare di Banca d'Italia e del suo ruolo tutt'altro che edificante nella gestione della crisi del sistema b...

Prendiamo spunto dall’appena trascorsa 93a Giornata Mondiale del Risparmio per tornare a parlare di Banca d’Italia e del suo ruolo tutt’altro che edificante nella gestione della crisi del sistema bancario italiano.

Qui di seguito poco o nulla ci interesseranno le polemiche politiche e strumentali (da tutte le parti) delle ultime settimane sulla riconferma alla guida della Banca Centrale di Ignazio Visco, calorosamente applaudito dalla platea della Giornata del Risparmio, composta dall’establishment bancario al completo (banchieri ed esponenti delle fondazioni bancarie), e tanto meno ci occuperemo del discorso di suddetto personaggio, posto che oramai il Governatore possiede nel suo repertorio retorico un unico “disco rotto”, ormai stra-noto, per difendere il suo operato (vd., ad es., il precedente post dal titolo La Relazione Annuale sul 2016 di Visco (Banca d’Italia)? Tutto va bene, madama la marchesa: tutto va bene, va tutto bene…!!!).

Interessante, invece, è andare a vedere cosa abbia detto il Capo del Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia (Carmelo Barbagallo) alla Fondazione Ugo La Malfa di Pisa in occasione del suo intervento di una settimana fa circa dal titolo “La regolamentazione bancaria tra autorità nazionali ed europee“.

Chi volesse leggere l’intero intervento, può liberamente scaricare tale documento qui, anche se avvertiamo che trattasi di dissertazione piuttosto tecnica.

A noi interesserà solamente leggere e commentare alcune affermazioni contenute nelle conclusioni di tale intervento, che gettano una luce abbastanza inquietante su tutto il sistema bancario italiano ed europeo, aldilà (forse?!?) delle intenzioni del relatore, che non è nuovo ad esternazioni simili (vd. il precedente post dal titolo Barbagallo e le mezze (involontarie) confessioni sulla reale situazione del sistema bancario italiano).

Cosa ha detto in sostanza, al termine del suo intervento, Barbagallo?

L’incipit delle conclusioni è chiarissimo ed immediatamente destabilizzante:

Chiarezza, certezza e completezza dell’assetto regolamentare e istituzionale della vigilanza bancaria europea sono obiettivi non ancora raggiunti e che vanno ancora attivamente perseguiti, con l’impegno di tutti.

Alla luce di tale asserzioni si potrebbe simpaticamente definire Barbagallo come un “black bloc” istituzionalizzato, in quanto con un semplice inciso fa più danni di una dura contestazione di anarchici davanti alla sede della BCE a Francoforte.

Come definisce, infatti, Barbagallo il quadro regolatorio e l’assetto della vigilanza bancaria in Europa? Non chiaro, incerto ed incompleto, in una parola: inefficace, se non addirittura inesistente!

Un contestatore anti-europeo non potrebbe dire cose più forti (e più giuste?!?) sulle istituzioni che guidano il Vecchio Continente.

Ci sia, peraltro, consentito di osservare che è perlomeno sconcertante, se non addirittura sconveniente, che un così alto rappresentante della Banca Centrale candidamente ammetta il livello di confusione in cui versano sia il Legislatore Europeo che l’Organo di Vigilanza Centrale (la BCE insomma), di cui – lo ricordiamo a Barbagallo, qualora se ne sia dimenticato! – la Banca d’Italia stessa è una dei più influenti membri.

Barbagallo, comunque, non si ferma qui, perché subito dopo aggiunge, qualora l’incipit non fosse stato abbastanza chiaro che:

È necessario definire le questioni irrisolte e intervenire tempestivamente sulle criticità che si sono manifestate in sede applicativa.
Bisogna affrontare la complessità e la stratificazione delle regole e delle autorità, specialmente nel campo ancora giovane della risoluzione, e fare chiarezza su competenze e processi, per evitare che si percepisca “di volta in volta un gioco alla caccia dei poteri impliciti, una fuga dalle responsabilità, un esercizio di veti per la tutela di interessi altri da quelli in gioco, come efficacemente affermato nella Relazione del professor Bassan. Ciò va assolutamente evitato. Ne va della credibilità delle norme e delle istituzioni.

Sul meccanismo di risoluzione, introdotto con l’oramai celeberrima (e famigerata) direttiva comunitaria sul bail-in (B.R.R.D.), Barbagallo, quindi, è addirittura più “esplosivo” di una carica di tritolo, dicendo, in altre parole, che:

le istituzioni sono talmente poco credibili che da più ed autorevoli parti tale meccanismo (di risoluzione) è stato (non a torto) valutato come un validissimo strumento per insabbiare qualsiasi magagna, evitare ogni e qualsivoglia responsabilità e tutelare gli interessi di pochi alle spalle degli interessi dei molto più numerosi utenti bancari!

Ci viene un dubbio:

sta parlando il Capo del Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia o un contestatore anarchico con il volto coperto da passamontagna poco prima di inscenare la sua dimostrazione anti-establishment davanti ad una delle tante sedi delle istituzioni?

Per completare il lavoro di demolizione delle istituzioni europee (e – in ultima analisi – di quelle nazionali) Barbagallo aggiunge subito dopo testualmente che:

Il lavoro che resta da fare è ancora molto. Ma oggi possiamo affrontarlo nella consapevolezza di avere la crisi alle spalle, come confermano i più recenti indicatori congiunturali.
Gli effetti delle norme potranno comunque essere compiutamente valutati solo con la stabilizzazione del quadro normativo, che consentirà l’adattamento di tutti i soggetti al nuovo sistema. Una pausa nella produzione delle norme è quindi auspicabile, anche nell’ottica di evitare che il rapido susseguirsi e modificarsi delle regole divenga esso stesso fonte di incertezza e di freno per l’attività bancaria.

La “traduzione” in parole povere di un’affermazione siffatta, peraltro già abbastanza chiara ed esaustiva, suona così:

le norme attuali sono sovrabbondanti, caotiche, non organiche e spesse volte anche non congruenti: sarebbe meglio non aggiungere confusione a confusione per non peggiorare la situazione delle banche, già molto critica.

Alla luce di queste ulteriori parole il dubbio precedente si ripropone ancora più forte, motivato e pressante:

davvero sta parlando il Capo del Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia e non già un anti-europeista convinto ed irriducibile?

[Ricordiamo che chiunque volesse suggerire degli argomenti da trattare nei prossimi
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