Caro Mark,
Sono Luciana (il resto lo sai). Stai tranquillo, vengo in pace.
Non ti sto scrivendo per farti un pippone sui dati, la privacy e il resto, visto che secondo me, in questi giorni, hai già abbastanza gente che te ne parla.
E poi, a me, sta cosa della privacy anche che palle. Insomma: orde di persone che scrivono in pubblico i fatti loro, dei loro figli, dei loro amici, dei loro amanti, dei loro genitori e poi alzano il ditino dicendo “Eh però la privacy…!”. Ma mandali a stendere.
Ed è questa la ragione per cui ti scrivo: mandali a stendere.
Sbaracca, chiudi tutto, spegni. Fai off. Cestina. Disistalla.
Solo tu puoi.
Zittisci in un colpo solo gli zarri che infestano le tue bacheche, i fasci di ogni risma, dottrina e colore che ti stanno usando solo per avere una platea per le loro cazzate, i logorroici, i saputelli, i giornalisti, gli egomaniaci, i terrapiattisti, i cyberbulli, i rompicoglioni, i social media manager. Basta. Silenzio.
E tanto che ci sei, zittisci anche le polemiche sulla privacy, i big data, le fake news, i troll, la violenza e mille altri cataclismi di cui vieni incolpato tu, più o meno a buon titolo.
Manda al diavolo tutti quelli che, come me, se la prendono con te per ogni male del mondo, dall’elezione di Trump alla cellulite.
Spegni tutto e vattene.
Sì lo so gli azionisti, la borsa, gli inserzionisti, i dipendenti, gli interessi, i soldi…..
Lo so. Cioè, ok, lo immagino.
Ma si aggiusta. Non sei mica il primo che chiude baracca e burattini e apre un chiringuito sulla spiaggia. In più Facebook vale 500 miliardi di dollari, e credo sia più della media di quanto valgono le aziende di quelli che sbaraccano e si mettono a far mojiti in infradito.
Spegni questo aggeggio, spegnilo finchè sei in tempo. Spegni questo schifo su cui la gente crede sia figo postare le foto dei genitori sul letto di morte o dei figli il primo giorno di scuola. Spegni questa macchina mangia tempo e mangia energie.
Manda al diavolo i cattivi che hanno preso il tuo lavoro (il tuo sacrosanto lavoro) e lo hanno fatto diventare una cloaca buona per tutto e niente, sentina del peggio di cui siamo capaci, di quello che fa schifo anche quando sembra carino, vetrina di una bulimia apatica e vuota.
Lascia perdere Mark, spegni tutto.
Intendiamoci Mark: non ce l’ho con te. Anzi: io ti credo. Io ti credo quando racconti che eri solo un universitario che voleva organizzare qualche festa e il giocattolo ti è esploso in mano. Io ti credo quando scrivi in homepage “Connecting with people of your life”. Io ti credo quando dici che con Facebook volevi trasformare il mondo in un posto migliore. Davvero, ti credo. E’ solo che non ci sei riuscito.
Anzi. Hai fatto un bel casino.
Ma sei ancora in tempo. Spegni tutto, Mark.
Manda un bell’avviso a tutti: salvatevi le foto, salvatevi i numeri di telefono delle quattro persone che vi stanno simpatiche tra i vostri contatti e ciao, settimana prossima si chiude.
Fallo Mark. Spegni tutto. Liberaci dalla tua creatura. Liberaci da noi. Liberaci.
E libera anche te. Sei giovane, ricco, sei diventato anche carino e il mondo è pieno di spiagge bellissime in cui aprire il tuo chiringuito.
E allora, davvero Mark, spegni tutto e lascia perdere.
Trasforma davvero il mondo in un posto migliore.
Solo, ricorda di non esagerare col ghiaccio nel mojito. Se no, con l’organizzazione delle feste siamo al punto di partenza.
Ciao.