Ieri un alunno durante un consiglio di classe ha espresso quello che deve essere lo zeitgeist sulla scuola. Secondo lui, ormai gli alunni si annoiano durante le lezioni, perché sanno che tanto potranno andare a casa e trovare sul web, su youtube per lo più, tutte le informazioni e le lezioni di cui hanno bisogno per reperire il succo di quello che inutilmente i professori si affannano a spiegare. Insomma, la scuola sarebbe diventata inutile. Ecco perchè i ragazzi si annoiano.
Improvvisamente sono diventato consapevole che quanto temuto è diventato realtà, e immagino che non ci vorrà molto perché i populisti al governo ne traggano le conseguenze. Perché pagare decine di migliaia di insegnanti, di tecnici, di personale di segreteria e anche di dirigenti, quando basterebbe costruire una seria piattaforma on line dalla quale erogare un sapere standardizzato attraverso selezionati insegnanti, e attraverso la stessa piattaforma permettere il feedback ai discenti, con programmi di controllo e valutazione delle competenze? Sai che risparmio enorme? Ma forse sono troppo ottimista, e qualcuno ci starà già pensando. Magari le scuole “reali” (ma cosa sarebbe ormai “realtà”?) resteranno solo quelle private e a pagamento, mentre per la massa potrebbe andare benissimo questo modello orwelliano. Leggevo da qualche parte che nella Silicon Valley i figli dei tecnici del mondo dell’informatica sono già interdetti all’accesso al web da parte dei genitori. Qualsa significherà no?
Gli insegnanti presenti con me sono rimasti interdetti: cosa rispondere? Una collega ha provato ad argomentare che in una scuola siffatta verrebbe a mancare la componente relazionale. Ottima cosa, ma presto l’industria informatica fornirà dispositivi che potranno surrogare questa mancanza, con partner virtuali. E poi si potrebbe sempre instituire call center con laureati sottopagati che potrebbero rispondere ai discenti e magari anche placare le loro ansie dell’apprendimento.
Insomma probabilmente ancora questa prospettiva è prematura, ma presto la distopia potrebbe realizzarsi.
Forse potrebbe salvarci proprio l’idea di cosa sia una competenza. La scuola non è solo un luogo dove si erogano nozioni, ma dove si costruiscono competenze. E queste implicano un certo esercizio. Se io voglio diventare un atleta, poniamo un corridore, non basta che sappia la teoria della corsa, devo esercitarmi ogni giorno e acquisire l’habitus che mi fa essere un corridore.
Altrimenti sarebbe un po’ come pensare di essere sportivi limitandosi a guardare partite di calcio, magari mangiando patatine e bevendo birra.
La scuola è diventata inutile nella percezione dei ragazzi… Perchè? Occorre che gli insegnanti si adattino a questa situazione? Che cioè a dettare le regole sia youtube, con i suoi suoi algoritmi che spacciano fake news e plot complottisti?
A me questa generazione fa un po’ tenerezza in fondo.
Sono diventando apocalittico.