Doveva essere il think tank destinato a raccogliere le idee, le opinioni e le menti del nuovo centrodestra, quello che dovrebbe guardare oltre Silvio Berlusconi. Il nome della fondazione era già tutto un programma, Fare Futuro: in una sola sigla i due termini più inflazionati da quelle parti oggi, a cominciare dal partito, Futuro e libertà per l’Italia. L’operazione era cominciata sotto i migliori auspici, forte anche di un web magazine che come direttore aveva Filippo Rossi: stile per nulla aziendalista, quanto piuttosto radical chic o comunque da intellettuale, con quella barba che il Cavaliere vieta di far crescere a chi gli sta attorno.
Era destino che Fare Futuro Web Magazine diventasse l’organo più agguerrito nella battaglia senza esclusione di colpi tra Gianfranco Fini e il presidente del Consiglio, con un’estate 2010 vissuta sugli scudi mentre il Giornale di Vittorio Feltri e Libero di Maurizio Belpietro piantonavano la famosa casa di Montecarlo. Rossi e la sua truppa contro la macchina del fango e il cosiddetto “metodo Boffo”. Anzi oltre, inaugurando la via dell’antiberlusconismo da destra.
Poi è successo che Adolfo Urso, padre putativo della fondazione che ha portato in dote l’interesse del mondo finanziario grazie all’ex carica di ministro per lo Sviluppo Economico, si sia stancato di quella linea editoriale che aveva trasformato il magazine, secondo alcune malelingue, «nel Fatto di centrodestra» e un blog sul Fatto, Rossi ce l’ha pure. Tanto che, mentre lo stesso Urso proseguiva la sua scalata al vertice della fondazione, arrivando alla carica di presidente grazie al sostegno del cda, lo scorso primo marzo Farefuturo web magazine ha chiuso i battenti: «Cari amici del web, da oggi Farefuturo Web Magazine cessa le sue pubblicazioni. La società editrice ha dovuto prendere atto della assoluta impossibilità a continuare l’attività giornalistica per l’insufficienza delle risorse a sua disposizione», si leggeva in una dichiarazione dell’editore. «Gli introiti pubblicitari si sono progressivamente ridotti, rendendo oltremodo problematica la copertura dei costi redazionali e di gestione del sito. Da qui la decisione, difficile e dolorosa, di sospendere l’attività». Ma la querelle era solo all’inizio.
Accade infatti che oggi siano due le testate che si spartiscono l’eredità di Fare Futuro. C’è ilfuturista.it, il sito diretto dallo stesso Rossi che si prepara a sbarcare in edicola come settimanale. Ma esiste anche Fare Italia Mag, che nella logica dei fatti dovrebbe essere il vero successo di Fare Futuro web magazine, più che altro perché alle sue spalle c’è sempre Urso, che lo scorso 24 marzo era riuscito a scavalcare Fini nell’organigramma di FF grazie all’appoggio del cda della fondazione. E a dirigere Fare Italia Mag è Domenico Naso, una delle firme di punta del capitolo precedente della telenovela, dove riuscì addirittura a sdoganare gli Emo a destra. Assieme a Federico Brusadelli, rappresentava anche la comunità gay che sta a destra: ora la coppia si è divisa, con Brusadelli passato al Futurista. E se Naso ai tempi difese strenuamente Rossi dagli attacchi pidiellini, oggi i rapporti non sono così idilliaci.
Mercoledì scorso su Fare Italia Mag venivano respinte le accuse che all’interno di Fli ci fossero dei franchi tiratori: il riferimento nemmeno implicito riguardava proprio Urso, all’indomani dell’esito del voto sul processo breve alla Camera. Fabio Granata, uno dei duri del partito, non si era fatto problemi a dire che se Urso voleva lasciare il gruppo era liberissimo di farlo, implicando che avesse votato a favore della legge. «È evidente che si sta giocando allo sfascio all’interno del partito – scriveva Naso mercoledì 13 aprile -, con la diffusione di notizie del tutto false, che sarebbero state fatte circolare sulle agenzie di stampa da fonti anonime della maggioranza interna di Fli. Crediamo sia un’altra opera di disinformazione fatta da chi non vuol bene a Futuro e Libertà e che va rispedita al mittente”.
Dall’altra parte della barricata hanno fatto spallucce. Piuttosto richiamano all’ordine i membri del partito riproponendo il discorso di Fini a Mirabello che sancì la nascita del nuovo corso o mettono in grande risalto certi comportamenti non in linea con le parole del leader di fronte alla questioni delle alleanze per le amministrative alle porte, sottolineando le dichiarazioni arrivate dagli ambienti di Fare Italia. O soffermandosi su certi convegni promossi da Urso che hanno il sapore del doppiogiochismo. Fare Italia risponde colpo su colpo, mantenendo la linea del dialogo con le altre forze politiche, Popolo della libertà compreso.
Correnti, o meglio spifferi. Perché è anche di questo che si tratta. Da parte sua Domenico Naso cerca di tessere rapporti con Benedetto Della Vedova la cui corrente (che fa riferimento al portale Libertiamo.it) è però legata a doppio filo con il movimento giovanile di Fli, Generazione futuro, lungo l’asse Piercamillo Falasca – Gianmario Mariniello, appartenente all’entourage di Bocchino.
La resa dei conti è comunque fissata in agenda il 17 maggio, all’indomani della tornata elettorale.