“Roberto! È stato appurato dalla polizia postale e dall’ingegnere elettronico che se ne occupa, che l’oscuramento del sito altriabusi.it è doloso. E poi si dice della Cina! (…) In fondo, stiamo parlando di una miserrima e meschina maggioranza parlamentare che ha appena bocciato la legge contro l’omofobia.”
Con uno dei consueti sms a Dagospia lo scrittore Aldo Busi ha comunicato che il suo sito Altriabusi.it è stato oscurato per via di un attacco hacker. «È una biblioteca aperta al mondo, è un sito che è cresciuto tantissimo. Sembra di essere in una biblioteca per i contenuti e ti temi. I miei interventi sono ad altissima incidenza politica. Mi sento molto lusingato da questo attacco hacker, anzi mi dispiace per i busiani, tutti miei lettori, che hanno creato questo spazio. Finora 110 mila visitatori, è una cosa seria».
Come se n’è accorto?
«Credo che sia stato ieri verso le 15,30 ma non sono sicuro. Ho chiamato Marco Cavalli, che lo gestisce, con due redattori. “Ma guarda che sarà il tuo pc, magari riprova” mi ha detto per poi scoprire che era bloccato anche sul suo pc. Prima mi hanno detto che il server era giù poi stamattina la risposta ufficiale della polizia postale: è doloso. Hanno provato con un proxy che serve a simulare una connessione come se fosse all’estero. È la sorpresa è che l’oscuramento è internazionale».
Perché avrebbero dovuto chiudere il suo sito?
«Mah, i siti della pedopornografia dove ti vendono i bambini vivi, quelli non li oscurano mica, sono il motore dell’economia globalizzata. Altro che censura in Cina. L’hacker non può non essere pagato da qualcuno di destra, omofobo o cattolico, oppure da una checca invidiosa e allora mi divertirei. A meno che non sia una mela marcia all’interno delle istituzioni, e qualcuno mi ha paventato l’ipotesi. Allora potrebbe vivere nell’impunità. Comunque per me quello che è successo è una cosa molto italiana».
Cosa aveva pubblicato di recente?
«Le ultime due mail mandate a Bianca Berlinguer per un mancato collegamento da Torino. Forse li impauriva il fatto che intervenendo avrei stornato ulteriori 200mila voti verso le sinistre. Certo non sono la Tamaro che disse “posso influenzare 2milioni di voti”. Siamo nell’ambito dell’assurdo ovviamente, la mia è autoironia».
Le hanno mai risposto?
«No, sono solo e continuo a esserlo. La mail della Berlinguer non ha avuto risposta e non sarebbe la prima volta. Il massimo che mi dicono è “ma tu terrorizzi”. Non riesco a capire, pur nella grandissima difficoltà di fare autocritica; mi sembra che tutta la mia produzione resti. Da vivo non ne afferro l’esatta dimensione, mi sembra anche un’opera inedita. Repubblica non ha fatto una recensione a un mio libro per 25 anni. Se non l’ha fatta Repubblica, chi poteva farlo? Il Giornale, il Secolo, la Padania? Mi sembra che la mia opera sia stata veramente osteggiata, ma nessuno ti dice perché. Sono fiero di aver fatto l’Isola dei Famosi. Anche se per l’Isola rischiavo di morire. Ma i pregiudizi sono tanti, le sovrapposizioni aperte ed è difficile. La cosa che mi fa venire sconforto maggiore è che i miei libri siano in ostaggio, in libreria non arrivano, ho scritto più volte lettere di protesta per la latitanza di due Oscar Mondadori. Quel piccolo sito oscurato per me rappresenta un servizio pubblico per i miei lettori».