L’Italia della raccolta differenziata viaggia su una media del 31,7%. Ben lontana dal traguardo del 60% come obiettivo dell’Unione Europea. Ma è un Paese a più velocità quello dei rifiuti: il nord di poco oltre il 40% e al suo interno l’area del nord-est sopra il 47%, il centro al 28,1%, e il sud (21,3%) e le isole (15%). E la conferma della crisi nella raccolta e nello smaltimento arriva dalla percentuale del 17,7% di differenziata che riesce a raggiungere Napoli.
Sono i dati diffusi dall’Istat che nel rapporto «Indicatori ambientali urbani», ha tracciato uno spaccato della realtà ambientale (riferita al 2010) parlando anche di rinnovabili, inquinamento, acqua, trasporto e verde pubblico. Ecco i dati salienti: la raccolta differenziata in Italia è in aumento dell’1,4% rispetto al 2009, mentre la raccolta di rifiuti urbani risulta pari a 609,5 chilogrammi per abitante (più 0,9%, dopo tre anni decrescenti). Tra i grandi comuni, Verona è l’unico che ha raggiunto il 50% di differenziata. Valori superiori al 30% si registrano a Torino (43,3%), Firenze (38,4), Milano (35,9%), Venezia (35,6%) e Bologna (34,8%). Chiudono Palermo e Catania che arrivano rispettivamente al 7,7% e al 6,8%.
A Napoli, di nuovo in emergenza, la differenziata – spiega l’Istat – non supera il 18%, mentre volano gli altri comuni capoluogo della Campania superando la media nazionale: Salerno arriva al 71%, Avellino al 67,3%, Caserta al 46,9%, e Benevento al 33,9%. In 13 capoluoghi – Pordenone, Novara, Carbonia, Verbania, Salerno, Avellino, Nuoro, Belluno, Oristano, Asti, Tortolì, Rovigo e Trento – viene superato l’obiettivo del 60% di differenziata che, per legge, deve essere centrato entro il 31 dicembre 2011.
Si fermano, invece, a 34 quelli oltre il 50%. Ci sono però anche esempi in negativo, comuni capoluogo in cui non si raggiunge la soglia del 10% di differenziata come Enna ferma all’1,2%, Siracusa al 3, Messina al 5,3, Isernia all’8, Agrigento all’8,4, Taranto all’8,7, Foggia al 9, Catanzaro al 9,4 e Vibo Valentia al 9,8. Ma non solo rifiuti, nello spaccato dell’Istat c’è spazio anche per le rinnovabili: con un aumento del 114,9% della potenza media di fotovoltaico installata sugli edifici comunali (per una potenza media arrivata nel 2010 a 1,1 kilowatt ogni 1.000 abitanti) rispetto all’anno precedente. Rimanendo in ambito energetico, si registra una leggera diminuzione (0,3%) per l’energia elettrica per uso domestico, mentre risultano in aumento del 4,7% i consumi pro-capite di gas per casa e riscaldamento.
Buone notizie sul fronte dell’inquinamento atmosferico: nel 2010 si sono registrati in media 10 giorni in meno di superamento dei limiti di Pm10 (polveri sottili) per la salute, dai 54,1 nel 2009 si è passati ai 44,6 del 2010. L’Istat ha poi fatto i conti al consumo pro-capite di acqua proveniente dal nostro rubinetto di casa, calcolando che per l’uso domestico sfiora i 67 metri cubi (meno 1,9%). Infine, viene registrato un aumento dei viaggiatori sui mezzi pubblici dello 0,6%, mentre si attesta a 106,4 metri quadrati la «porzione» di verde per abitante in città.