Va’ pensiero«Abbiamo rubato il futuro ai nostri figli e loro sono indignati»

«Abbiamo rubato il futuro ai nostri figli e loro sono indignati»

«Negli Stati Uniti girano degli adesivi con una scritta che dovrebbe far riflettere tutti quelli della mia generazione. Sa che cosa dice la scritta?» David Willetts, ministro del governo Cameron per la Scienza e l’Università, lascia sospesa la domanda mentre sorseggia un succo di arancia nei lussureggianti giardini di Villa Wolkonsky, la residenza dell’ambasciatore britannico a Roma. «Bene, quella scritta dice: Be nice to your kids, they’ll be choosing your nursing home. Cioè: siate gentili con i vostri figli perché sceglieranno loro la vostra casa di riposo. Significa che a un certo punto le giovani generazioni, se riterranno di essere state trattate in modo ingiusto, si chiederanno perché mai dovranno pagare per il nostro mantenimento».

Willetts, 55 anni, sposato, una figlia di 23 anni e un figlio diciannovenne, è considerato una delle menti più brillanti dei Tories e della politica britannica. Non a caso viene soprannominato “two brains”, cioè “due cervelli”. Siede nel parlamento di Westminster dal 1992, ma non è un uomo che ama partecipare alle schermaglie politiche della vita parlamentare. Willetts ama ragionare e teorizzare, con un approccio da intellettuale eredità degli studi oxfordiani in filosofia, politica ed economia.

Di questi tempi il tema che più lo appassiona è lo scontro generazionale. Uno scontro da cui deriva il malessere dei giovani, con il conseguente fenomeno delle rivolte giovanili di questa estate nelle città inglesi e la protesta degli “indignati”. L’anno scorso, prima delle elezioni che hanno portato alla vittoria i conservatori, Willetts ha scritto un libro dal titolo eloquente: The Pinch, how the baby boomers stole their children’s future

La parola “pinch” può avere vari significati, ma è un termine dello slang per indicare il furto, e anche l’immagine di copertina non lascia dubbi. Mostra un porcellino salvadanaio frantumato, con gli spiccioli sparsi al suolo. Il libro ha fatto discutere e alcuni, come ad esempio Chris Patten (oggi rettore a Oxford e presidente della Bbc), lo considerano uno dei saggi più lucidi per capire lo scontro in atto nelle nostre società. Dieci anni fa, dopo l’11 settembre, molti si aspettavano lo “scontro di civiltà”. Ora invece questi quarantenni e cinquantenni che rubano il futuro dei loro figli sembrano aver aperto uno “scontro di generazioni”.

«Purtroppo è così – conferma Willetts – i baby boomers non hanno grandi motivi per lamentarsi, ma i loro figli se la stanno passando davvero male. Lo vediamo in Gran Bretagna, dove i giovani faticano a trovarsi un lavoro pagato dignitosamente, e anche da voi in Italia, con i trentenni ancora intrappolati in casa con i loro genitori».

Per il ministro, la responsabilità di questa situazione ricade sui baby boomers, cioè quelli, come lo stesso Willetts, nati fra il 1945 e il 1965, i quali hanno “rubato il futuro” ai loro figli attraverso un dominio culturale, demografico e politico. «In troppi nella mia generazione – ammette Willetts – abbiamo vissuto pensando solo al presente, a noi stessi, senza investire sulle nuove generazioni. Abbiamo consumato troppo per noi senza lasciare abbastanza a loro». Siamo di fronte a un fenomeno di egoismo collettivo? Willetts non ne è sicuro, ma certamente rimprovera ai suoi coetanei una colpa: «non aver riparato il tetto mentre splendeva il sole». Quando poi è cominciato a piovere, le gocce sono cadute in casa e porre rimedio al danno è più difficile.

Oggi il tetto rotto di molte democrazie occidentali è il pesante deficit pubblico. Willetts, nel suo ruolo di ministro dell’università, come fa a conciliare gli investimenti nella ricerca con la necessità di contenere le spese? Nella sua riforma universitaria c’è un punto dolente, l’aumento delle rette per gli studenti. «È vero che gli aumenti non sono stati accolti bene dagli studenti – ammette — tuttavia voglio precisare che le spese per le rette universitarie sono coperte da prestiti agli studenti, che loro potranno restituire dopo la laurea se avranno un reddito annuo di almeno 20mila sterline. In questo modo abbiamo cercato di proteggere i loro interessi e di offrire un insegnamento di qualità, altrimenti quale sarebbe stata l’alternativa? Tagliare le risorse per tutti, ma almeno questo lo abbiamo evitato».

Willetts assicura che dopo gli incidenti “scioccanti” e gli “atti criminali” provocati dalle rivolte giovanili in Inghilterra dell’agosto scorso il premier David Cameron ha coinvolto tutti i ministri per “fissare un’agenda” e dare una risposta ai bisogni dei giovani. Basterà per placare la rabbia delle piazze? «Sì è vero, c’è in giro un sacco di rabbia — riconosce il ministro — ma l’unica cosa da fare è impegnarci per includere gli outsider nel sistema economico e sociale, non possiamo permetterci di lasciarli fuori». Ma da parte degli insider, i baby boomers sicuri nei loro recinti, c’è la volontà di fare sacrifici per il bene delle nuove generazioni? «Se gli argomenti sono convincenti – risponde Willetts – questa volontà si trova. E se non bastassero le motivazioni di tipo morale ricordiamoci sempre di quella scritta sugli adesivi che girano negli Stati Uniti».

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