Fughe&voti, la fiducia si ottiene (quasi) sempre
14 maggio 2008
Al momento dell’insediamento del governo sono 335 i deputati che esprimono la loro fiducia a Silvio Berlusconi. La maggioranza richiesta è 306.
29 settembre 2010
È il primo voto di fiducia dopo la creazione del gruppo parlamentare di Futuro e Libertà per l’Italia guidati da Gianfranco Fini che conta 33 deputati. La maggioranza tiene proprio grazie al voto favorevole dei finiani e del Movimento per le Autonomie guidato da Raffaele Lombardo. Votano a favore 342 deputati e 275 contrari. La maggioranza richiesta è 309.
14 dicembre 2010
Una mozione di sfiducia presentata da alcuni membri dell’opposizione (Franceschini del Pd, Donadi dell’Idv, Adornato dell’Udc) viene respinta con 314 voti contrari e 311 favorevoli. Berlusconi esulta, ma il suo governo non ha raggiunto la maggioranza assoluta (316). In questo caso è decisivo il voto di tre finiani (Moffa si astiene, Polidori e Siliquini votano contro) e di tre parlamentari del neonato Movimento di Responsabilità Nazionale: Massimo Calearo eletto nelle liste del Pd, Domenico Scilipoti dell’Idv e Bruno Cesario del Pd.
8 giugno 2011
Al Senato il governo viene battuto due volte sul decreto legge anticorruzione. L’aula respinge con 133 voti contrari, 129 a favore e 5 astensioni l’emendamento presentato dal relatore di maggioranza Lucio Malan, esponente del Popolo della Libertà.
11 ottobre 2011
Il governo viene battuto sull’articolo 1 del rendiconto finanziario: la maggioranza richiesta per l’approvazione è fissata a 291, ma lo scrutinio termina con 290 favorevoli e 290 contrari. Fondamentali le assenze nella maggioranza. Non partecipano al voto Bossi, Tremonti e 14 deputati del Pdl.
14 ottobre 2011
Berlusconi decide di chiedere dopo la bocciatura del rendiconto generale dello Stato la 51° fiducia della legislatura per confermare la tenuta del governo. L’esecutivo ottiene la fiducia con 316 voti favorevoli e 301 contrari. Per un solo voto, Berlusconi conserva la maggioranza assoluta.