È di quasi 9 miliardi di euro (precisamente 8,8) il “bottino” recuperato nel 2010 da Equitalia, grazie all’azione di riscossione coattiva esercitata sui contribuenti italiani. Secondo un’analisi della Cgia di Mestre, i più “pressati” da Equitalia sono stati i laziali. Se si rapporta il valore dei ruoli emessi dalla società di riscossione di Stato in ciascuna Regione con il numero dei residenti, nel 2010 ciascun laziale ha “versato”, mediamente, 217,6 euro. Al secondo posto di questa speciale classifica fiscale troviamo i toscani, con 192,6 euro, mentre in terza posizione si piazzano i lombardi, con 189,7 euro. A livello nazionale, ciascun italiano ha mediamente versato a Equitalia 159,7 euro. In coda alla classifica, invece, si piazzano due Regioni del Nordest: se nel Veneto l’importo medio per ciascun residente è stato di 117,9 euro, in Trentino Alto Adige la somma di denaro recuperata da Equitalia scende a 99 euro.
Uno Stato a due velocità: efficiente ed inflessibile quando deve recuperare le sue spettanze, visto che l’incremento di gettito rispetto al 2009 è cresciuto di quasi il 15%, mentre è il peggiore pagatore d’Europa quando deve liquidare i propri fornitori: 70 miliardi di euro di mancati pagamenti che le aziende private italiane avanzano dalla Pubblica Amministrazione.
Sempre dall’analisi della Cgia sono messe in evidenza le procedure di riscossione coattive maggiormente adottate da Equitalia. Gli strumenti più usati a livello nazionale sono stati il preavviso di fermo amministrativo e, successivamente, l’iscrizione di fermo amministrativo. Nel primo caso, nel triennio 2007-2009, si è ricorsi mediamente a questo strumento 26,8 volte ogni 1.000 abitanti. Nel secondo caso, invece, 7,5 volte ogni 1.000 abitanti.
E se aumentano le riscossioni, di pari passo, aumentano anche i ricorsi contro Equitalia. Nel 2010 sono 2.986 i ricorsi arrivati nelle aule di giustizia tributarie con tempi quasi biblici per la riscossione: la media delle sospensive del primo grado (la commissione tributaria provinciale) è di 180 giorni. Con punte di attesa di 422 giorni a Enna e 474 a Siracusa. Insomma, Equitalia recupera il bottino ma le presunte vessazioni provocano 361 mila ricorsi all’anno.
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