Novecentomila euro di multa per pratiche commerciali scorrette. Questo l’ammontare delle sanzioni inflitte alle tre società Apple attive nel settore della vendita in Italia. Da parte di Apple Sales International, Apple Italia s.r.l. e Apple Retail Italia sono state rilevate pratiche commerciali scorrette secondo l’Agcm (l’Autorità garante della concorrenza e del mercato). In particolare l’authority ha ritenuto che le società non avessero adeguatamente informato i clienti sulle modalità di assistenza gratuita biennale che il Codice del Consumo prevede, portando così gli acquirenti a sottoscrivere AppleCare Protection Plan. Il piano a pagamento della casa di Cupertino prevede di prolungare l’assistenza clienti oltre il limite standard fornito dall’azienda, della durata di un anno. Peccato però che per iPhone, iPod, Apple tv e iPad AppleCare Protection Plan offra un periodo di assistenza pari a 2 anni, e quindi niente di più di quanto già previsto gratuitamente dal Codice del Consumo. Soltanto per chi acquista un Mac o un monitor Apple il programma viene esteso a tre anni e risulta quindi offrire un vero servizio integrativo.
La somma richiesta, 900 mila euro, è il risultato di due diverse multe: la prima di 400mila euro per non aver informato correttamente i clienti dell’assistenza gratuita; la seconda, di 500mila euro causata dalle informazioni date su contenuto e durata dei servizi di assistenza che erano tali da indurre i consumatori a sottoscrivere il contratto aggiuntivo. Ora Apple dovrà pubblicare sul proprio sito un estratto della delibera dell’Antitrust, dimostrare di aver cessato le pratiche commerciali scorrette entro 90 giorni. Dall’azienda fondata da Steve Jobs ancora non hanno fatto sapere se faranno ricorso contro la decisione dell’Antitrust, ma certo è che, in ogni caso, 900mila euro non sono molto per un colosso come Apple che con i suoi circa 330 miliardi di dollari è la prima società al mondo per capitalizzazione. Abbiamo allora chiesto all’avvocato e docente universitario Guido Scorza una valutazione sull’efficacia dell’operato dell’Antitrust
Quali sono i possibili scenari che potrebbero presentarsi?
Apple potrebbe scegliere di impugnare il provvedimento di fronte al Tar del Lazio, che ha la facoltà di annullare il provvedimento, ma è difficile che l’azienda possa avere la meglio. Il Tar è un tribunale amministrativo e come tale si occupa dellʼapplicazione delle norme, più che della ricostruzione dei fatti, difficile quindi che Apple riesca a dimostrare che le ricostruzioni fatte dallʼAntitrust non siano veritiere. In alternativa Apple potrebbe semplicemente scegliere di pagare la sanzione.
Del resto 900mila euro non rappresentano una cifra così grande per unʼazienda come Apple.
Esatto, non lo sono, ma la sentenza rappresenterebbe comunque un segnale importante e manterrebbe il suo forte valore esemplificativo.
Misure più rigide non potrebbero favorire comportamenti più virtuosi da parte delle aziende?
Sicuramente lʼipotesi che le sanzioni possano essere considerate “rischi di impresa” è reale, ma al tempo stesso esistono anche gli strumenti per affrontare queste situazioni. Bisognerebbe promuoverne il ricorso alle associazioni dei consumatori e alle class action. Imporre sanzioni più rigide, come ad esempio il pagamento di multe pari al fatturato di un anno, non rappresenterebbe una vera soluzione. Ora è stata sanzionata Apple, ma quante altre aziende non hanno una condotta virtuosa? Colpire con grande durezza solo pochi soggetti porterebbe a una destabilizzazione del mercato e della concorrenza. Possiamo anche giocare a “guardie e ladri”, ma dobbiamo ricordarci che le guardie sono meno dei ladri.
Allora quali sono gli strumenti che abbiamo a disposizione?
Sicuramente il ricorso alle associazioni dei consumatori e alle class action. Ora, ad esempio, Altroconsumo diffiderà Apple e se il gruppo di Steve Jobs entro 30 giorni non prenderà le dovute misure, allora lʼassociazione dei consumatori potrà rivolgersi a un giudice ordinario e dare vita a un altro procedimento legale. Non vanno sottovalutati gli effetti del diffondersi della notizia online: Internet può creare un circolo virtuoso e sicuramente il diffondersi della notizia avrà ripercussioni sulle vendite del pacchetto di assistenza integrativa offerto da Apple.
Cosa si intende per class action?
La class action rappresenta la principale novità introdotta dal Codice del consumatore del 2005, che raccoglie al suo interno normative già esistenti. Grazie alla class action gli effetti prodotti dallʼazione legale condotta da un solo soggetto possono essere estesi anche a terzi, che si trovino nella medesima condizione, senza bisogno che vengano aperti diversi procedimenti legali.
Sono previsti risarcimenti per gli acquirenti?
Per quanto riguarda il pagamento della multa da 900mila euro no, la somma andrà allʼAntitrust. I singoli cittadini dovrebbero invece riuscire a dimostrare che, se correttamente informati, non avrebbero stipulato il contratto di assistenza integrativa, ma non è facile provarlo.