Mario Monti dà il meglio di sé nella conferenza di fine anno. Parla seriamente, poi gioca, fa il professore, accende la lavagna luminosa, chiarisce che fin qui ha dovuto svolgere un compito imposto dalle condizioni. Poi, d’improvviso, illumina la platea e l’intero Paese: invita a non sovrastimare lo spread, né quando va bene né quando va male. Alleluia. Di fatto ne sancisce la fine della dittatura. Anche se confessa di essere stato nominato dal presidente della Repubblica senatore a vita proprio nel giorno più nero dello spread. In ogni caso, non possiamo che ringraziarlo per averci liberato dalla tirannia del signor spread e di averci dato la forza necessaria per non cadere in tentazione.