Sesso e religione? Un negozio online risolve il problema

Sesso e religione? Un negozio online risolve il problema

NEW YORK – Ravvivare il proprio desiderio sessuale assopito da una gravidanza o mettere un po’ di “pepe” nella vita di coppia facendosi aiutare da qualche pezzo di biancheria intima sexy o da un vibratore di ultimissima generazione e, allo stesso tempo, sentirsi in pace con la propria fede religiosa? Insomma, fare sesso (e goderne) nel nome di Dio è possibile?

Evidentemente sì o, perlomeno, è quello che ha pensato Joy Wilson, una devotissima praticante della Chiesa Cristiana Evangelica (una delle più rigide per quanto riguarda la sessualità) che, dopo la nascita del primo figlio, aveva visto scomparire quasi del tutto il desiderio nei confronti di suo marito. La voglia di “riavvicinarsi” al suo sposo la spinse a cedere alla tentazione di cercare online qualche “aiuto” esterno; un peccato al quale si sottrasse subito, scandalizzata e offesa da quelle immagini e descrizioni “pornografiche” collegate ai prodotti offerti.

A quel punto, pur di non arrendersi, Joy decise di creare il proprio “paradiso del sesso”, dove il piacere fosse garantito ma con l’approvazione di Dio. Nacque così il sito Book.22 che deve il suo nome al 22mo libro della Bibbia, che contiene la Canzone di Salomone, inno alla gioia dell’amore nuziale «volgarmente distorto e abusato nei tempi antichi e moderni». Per accedere bisognerebbe essere, non solo maggiorenni, ma anche sposati. Il piacere sessuale, ovviamente, secondo la Chiesa Evangelica non è inteso per i singoli né tantomeno al di fuori del matrimonio; le coppie sposate, tuttavia, secondo la Wilson attraverso il piacere sessuale, celebrano l’amore così come inteso da Dio stesso.

Al quale, naturalmente, la donna si rivolge attraverso la preghiera, per ottenere indicazioni sui nuovi prodotti da inserire nell’offerta, così da essere certa di non star facendo nulla di peccaminoso. I prodotti presenti sul sito sono, dunque, esclusivamente pensati per dare piacere alla coppia in maniera “religiosamente corretta”, tanto che sono categoricamente esclusi vibratori o oggetti per il sesso anale.

A parte questo, però, una donna newyorchese, ad esempio, (la “letteratura” vuole che ogni cittadina della grande mela sia provvista almeno di un vibratore) non troverebbe grande differenza di offerta fra Book.22 e Babeland.com dove il tutto viene ampiamente decantato nelle sue funzioni e chiaramente mostrato nel suo utilizzo e, dunque, non è benedetto dal Signore. Partendo dal suo bisogno personale, Joy Wilson, fra l’altro, ha individuato una fetta di mercato importantissima tanto che il suo è diventato un business di grande successo e, addirittura, “copiato” da altri come Hooking Up Holy, Intimacy of Eden e Convenant Spice.

Un successo che viene ampiamente descritto nell’indagine di Allison Yarrow, giornalista del Daily Beast che segnala come, sull’esempio dei Cristiani, anche gli ebrei ortodossi e i musulmani abbiano deciso di divertirsi un po’ in camera da letto, senza sentirsi peccatori. E’ di pochi mesi fa, infatti, la nascita di un sito “sexy” dedicato agli ebrei, chiamato Kosher Sex Toys, che ha addirittura un rabbino e sessuologo come consulente. «I religiosi fanno sesso come tutti gli altri – dice David Ribner – perchè non dovrebbero avere accesso a quegli strumenti che possono rendere le loro vite piu’ piacevoli?». Il rabbino spiega, fra l’altro, che il sito diventa anche un ottimo strumento per avere informazioni utili alla vita sessuale che altrimenti sarebbero completamente ignorate da molti fedeli.

Stesso discorso vale per il web site El Asira, destinato alle coppie musulmane. «Se una donna non e’ soddisfatta sessualmente da suo marito – dice Abdelaziz Aouraugh, fondatore di El Asira – dovrebbe divorziare». Intanto, per evitarlo, si possono cercare online quegli “aiutini” in grado, si spera, di ricomporre la copia. L’offerta destinata alle coppie musulmane è, tuttavia, la più limitata in quanto composta quasi esclusivamente da creme e oli stimolanti mancando completamente della parte dedicata ai “sexy toys”. In attesa che Maometto dia direttive diverse.

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