Applicazioni e siti di denuncia: in rete la lotta all’evasione è popolare

Applicazioni e siti di denuncia: in rete la lotta all’evasione è popolare

Se il blitz della guardia di finanza a Cortina dʼAmpezzo era stato criticato da alcuni come una “azione demagogica” e se dopo la nota località sciistica è oggi il turno di Abano Terme, altra meta di un turismo di alto livello, a fugare ogni dubbio di democraticità ed equità nella lotta allʼevasione ci pensano i cittadini. Proprio così, perché in tempi di crisi e di sacrifici per tutti, è dai singoli che arriva un nuovo impulso nella contrapposizione al fenomeno dell’economia sommersa.

In rete sono nati diversi portali con lo scopo di raccogliere le denunce fatte dai consumatori che ogni giorno hanno a che fare con commercianti ed esercenti che non rilasciano ricevute. Lʼultimo in ordine di tempo è Amici dello scontrino e della ricevuta fiscale, il gruppo facebook che in poco tempo ha raccolto ben 5566 iscritti. Sulla bacheca si rincorrono post diversi che vanno dalla singola denuncia alla proposta di possibili soluzioni, come fa Ugo Piani che scrive: «Perché oltre a segnalare i “furbetti” non segnaliamo chi si comporta bene? Io preferisco spendere i miei soldi dai commercianti e professionisti onesti!! Potrebbe essere una forma boicottamento dei furbetti e un aiuto a chi si comporta onestamente e paga le tasse!!!».Idea questa già sviluppata da nonevado.it, un portale che mette in luce tutti quei commercianti onesti che rilasciano le fatture ed emettono lo scontrino fiscale. Cagliari, Torino, Quartu SantʼElena (CA), Caluso (TO) e Roma, sono queste secondo le segnalazioni raccolte dal sito le cinque città più virtuose dʼItalia, mentre per quanto riguarda le categorie di commercianti, fra i più onesti vengono segnalati quelli impegnati in ristorazione, salute, bellezza e abbigliamento.

Fra le iniziative che raccolgono invece le denunce si possono trovare tassa.li, un portale che con la sua applicazione per iPhone e Android invita gli utenti a denunciare i casi in cui non hanno ricevuto lo scontrino. La pagina, gestita da un gruppo di cinque ragazzi, vanta 8196 utenti attivi e ha già raccolto 14971 segnalazioni per un totale di 2.079.348,08 euro evasi. Cifre importanti anche quelle segnalate da evasori.info che al momento rileva più di 51 milioni di euro non dichiarati allo Stato. Il sito, online dal 2008, raccoglie anche statistiche sullʼevasione fiscale aggiornate in tempo reale.

Dal blog di Giuseppe Civati arriva invece la scontrinoweek , una campagna affinché ciascun acquirente emetta a sua volta un “riscontrino”, una sorta di “scontrino di ringraziamento” da consegnare a tutti quei commercianti che emettono regolare la fattura. Ce nʼè per tutti i gusti, si va dalla versione contabile, che ricorda lʼammontare stimato del debito pubblico, a quella Perugina, che unisce i contribuenti in un patto di fedeltà eterno: «Amarsi vuol dire non dover mai pretendere lo scontrino», da quella più orientata politicamente: «Meno tasse e più scontrini per tutti», fino a quella più ironica che recita «non fare lo scontroso, fammi lo scontrino».

Piccoli segnali, azioni alla portata di tutti, o pratiche di “educazione fiscale”, come le definisce Alessandro Rimassa, scrittore e conduttore televisivo che qualche giorno fa, ha denunciato alla guardia di finanza i gestori di una nota panetteria milanese per non aver battuto, non solo il suo scontrino, ma anche per quello dei clienti in fila prima di lui. Calcolatrice alla mano, Rimassa, in una nota sulla sua pagina facebook ha ipotizzato: «C’erano circa 80 persone. Nel corso di una notte festiva ne passeranno almeno un migliaio. Via, diciamo meno: 500. Cinquecento pezzi di pizza da 3,50 euro sono un totale di 1.750 euro evasi». Un fenomeno che sicuramente non rappresenta un unicum e che però potrebbe essere arginato con la semplice richiesta di uno scontrino, perché la lotta all’evasione non è solo compito della guardia di finanza, ma di ogni cittadino che voglia il bene del proprio Paese. 

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