Eleonora Voltolina, 33 anni
Giornalista e fondatrice de La Repubblica degli stagisti
Milano
Cosa ha funzionato nel 2011?
Finalmente i giovani si sono svegliati. Non mi riferisco tanto agli “indignati” che hanno occupato le piazze, perché l΄indignazione è una reazione importante ma non sufficiente e non mi pare che le proposte lanciate fossero particolarmente innovative e realizzabili, né che le modalità violente scelte da alcuni possano essere giustificate. Mi riferisco invece ai tanti gruppi che si sono coalizzati e hanno fatto sentire la propria voce, mettendo all΄ordine del giorno la questione dell΄occupazione e dell΄autonomia giovanile. Mi riferisco sopratutto, a livello europeo, alla Carta di qualità dei tirocini, documento stilato da una serie di enti e organizzazioni di vari Paesi, che verrà ora sottoposto a Commissione e Parlamento UE. Obiettivo: spingerli a legiferare per indurre gli stati membri a emettere normative in grado di salvaguardare i giovani dallo sfruttamento e controllare l΄utilizzo dello strumento stage, in modo che vada a vantaggio dei giovani, e non come spesso accade a penalizzarli.
Cosa deve cambiare nel 2012?
Le questioni dell΄occupazione giovanile, della qualità dei contratti, dell΄adeguatezza delle retribuzioni e dell΄accesso al welfare devono salire al primo posto nell΄agenda di tutti i governi. Non c΄è sviluppo se intere generazioni di venti-trentenni vengono tenute al guinzaglio, senza la possibilità di costruirsi un΄autonomia professionale e privata. Investire sui giovani non deve essere solo una bella frase da dire ai convegni. Dalla nostra testata lanciamo continuamente proposte concrete e già in questo 2011 ci sono state importanti iniziative: disegni di legge, progetti, interrogazioni parlamentari e regionali, basate proprio sulle nostre istanze. Non c΄è al momento nulla di più urgente del lavoro.
Una proposta concreta per il futuro?
Dato che la priorità è migliorare l΄occupazione giovanile e superare l΄apartheid tra “garantiti” e precari, è fondamentale riformare il diritto del lavoro introducendo anche in Italia un contratto unico, che assicuri a tutti le tutele di base e una continuità lavorativa, retributiva e contributiva. Il contratto unico si accompagna poi al salario minimo, già in vigore in 2/3 dei Paesi EU e ormai necessario anche da noi, dato che i contratti nazionali sottoscritti dai sindacati non sono più in grado di tutelare la grande massa di precari. E per proteggere la primissima fase di ingresso nel mondo del lavoro, rappresentata da stage e praticantati, ci vorrebbe una misura “alla francese” che assicurasse un rimborso spese minimo, per mettere fine alla vergogna degli stage gratuiti. La grande battaglia della Repubblica degli Stagisti in questo senso è cominciata nel lontano 2009, con la Carta dei diritti dello stagista: chissà che il 2012 sia l΄anno giusto vincerla!