Il Corriere si accorge di Trenitalia ma non de Linkiesta

Il Corriere si accorge di Trenitalia ma non de Linkiesta

24 novembre

Tutto parte da un comunicato stampa: “Il nuovo Frecciarossa il treno per tutti”. Si legge «Non più classi ma 4 livelli di servizio: dalla comodità e convenienza della Standard al comfort esclusivo dell’Executive, passando da Premium e Business», e ancora «il superamento delle due classi e il passaggio ai quattro livelli (Standard, Premium, Business, Executive) è un’iniziativa rivoluzionaria che non trova analogie in nessun altro Paese». Dopo questa decisione di Trenitalia di modulare l’offerta in quattro classi, la decisione di non consentire l’accesso ai clienti della classe Standard al vagone bar-ristorante aveva sollevato molte critiche.

27 dicembre

Alessandro Gilioli, nel suo blog Piovono Rane pubblica il post Scelta di marketing «la cosa divertente è che Trenitalia definisce una scelta di marketing” la nuova “tariffa deportati”: uno sconto di cinque euro sul Milano-Napoli in quella che oggi è la seconda classe, da cui però non si potrà accedere al bar (né ai vagoni di classe superiore). Ma non basta: la decisione di proibire a quelli di seconda di arrivare al bar è stata presa, spiegano a Trenitalia, perché “se hai prenotato un viaggio Milano-Roma in Executive (pagando fino a 169 euro) certo non ti aspetti che il bar sia sovraffollato”». E Gilioli sottolinea: «se il concetto non fosse chiaro, ecco l’immagine scelta per pubblicizzare la classe più bassa: famiglia di colore, presumibilmente immigrati. Curiosamente, i clienti delle classi Premium ed Executive sono invece bianchi».

29 dicembre

Anna Bruno su Fulltravel scrive Trenitalia e la gaffe razzista della pubblicità Frecciarossa: « A guardare le quattro figure inserite accanto alla descrizione dei quattro servizi si rimane basiti nel guardare l’immagine che rappresenta il pacchetto Standard, quello più economico. E’ rappresentata una famiglia di colore, che mi fa tornare indietro ai tempi della apartheid quando la gente di colore era costretta a stare in locali diversi dai bianchi».

30 dicembre

Piovono Rane ritorna sulla questione dell’immagine della pubblicità con un nuovo post Piuttosto che chiedere scusa, dove Alessandro Gilioli scrive: «Ricapitoliamo i pregressi: per pubblicizzare i suoi nuovi Frecciarossa – quelli con le quattro classi piombate – Trenitalia ha fatto una brochure on line. Alla brochure si arriva ovviamente dalla homepage del sito di Trenitalia, nella cui colonna centrale c’è un “bottone” che invita a scoprire le nuove Frecce. Lo clicchi e arrivi qui dove c’è appunto la copertina delle brochure. Com’è evidente, la classe inferiore è illustrata con una famiglia di colore; quelle superiori- dove ci sono persone – solo da bianchi». Segue una nota firmata (che riportiamo integralmente) da Federico Fabretti, Direttore Centrale Media di FS Italiane, delle ore 17.32:

In relazione all’articolo pubblicato su L’Espresso Blog di ieri, “Scelte di marketing”, troviamo maliziosa la rappresentazione data dall’autore su una foto che pubblicizza il livello Standard del nuovo Frecciarossa. L’autore del Blog, infatti, scrive: “l’immagine scelta per pubblicizzare la classe più bassa: famiglia di colore, presumibilmente immigrati. Curiosamente, i clienti delle classi Premium ed Executive sono invece bianchi”.

Ebbene, è falso il fatto che sia “la foto scelta”: è infatti una delle tante scelte per il livello Standard e pubblicate sui vari media del Gruppo FS Italiane (web, leaflet, riviste ecc). Basta guardare sul sito e ci si accorge che per il livello Standard ci sono famiglie, bambini, adulti, anziani, professionisti, ecc, anche non “di colore”.
Ed è anche falso il fatto che per gli altri livelli di servizio siano state “scelte” solo persone “bianche”. Tra i vari video del Nuovo Frecciarossa pubblicati sul sito, infatti, in quello relativo al livello più alto della gamma, l’Executive, si rappresenta una riunione di lavoro nella sala meeting: ebbene tra i vari manager, uno è di colore. Nel video della classe Premium c’è poi una ragazza araba. E ancora, sparsi per i vari livelli ci sono irlandesi, cinesi ecc..

Oggi, per fortuna, anche l’Italia è un Paese multietnico e Trenitalia, con i suoi 2 milioni di viaggiatori al giorno, ne è il primo testimone. E allora domando: è più sensibile alle diversità chi è stato colpito da quella foto, “dalla famiglia di colore, presumibilmente immigrati”, facendo un collegamento diretto tra il colore della pelle e il livello più basso del servizio, o chi, quella foto, l’ha utilizzata insieme a tante altre senza far caso al colore della pelle di chi ne era ritratto?

Federico Fabretti – Direttore Centrale Media – FS Italiane

Questo il giudizio di Gilioli: «Non c’è niente da fare, in Italia quando si è colti in castagna l’importante è mescolare le carte, fare ammuina, accusare di falso e un razzismo inconscio: qualcuno ci cascherà. Guai a chiedere scusa, siamo gente incapace di ammettere i propri errori – perfino una banale gaffe».

3 gennaio

Linkiesta pubblica l’articolo Trenitalia, l’irresistibile tentazione di mettere gli immigrati in quarta classe. Durante il giorno vengono pubblicati articoli anche su Vanity Fair, Nuova società, Agenparl, Lettera 43 e
Vita.

In seguito alla pubblicazione dell’articolo, Trenitalia decide di togliere l’immagine della famiglia di immigrati che viaggia in classe Standard dal proprio sito e viene pubblicato su Linkiesta Trenitalia toglie l’immagine dei neri in quarta classe che mostra il sito com’era prima e come appare in seguito alla rimozione dell’immagine

4 gennaio

Il Corriere della Sera ricorre addirittura a due giornalisti per pubblicare l’articolo intitolato Immigrati in quarta classe Lo spot di Trenitalia fa discutere i blogger. Nel pezzo scritto a quattro mani, sì a quattro mani, non è citata alcuna testata che si è occupata della vicenda fino al momento in cui Trenitalia ha deciso di eliminare l’immagine dal proprio sito. Insomma l’azienda di Moretti, improvvisamente spaventata dalla Rete (questo mostro magmatico, a leggere i giornali di carta), e avrebbe deciso di togliere la famigliola asiatica e nera dall’immagine che pubblicizza la quarta classe. Il Corsera fa riferimento ad una nota di Trenitalia diffusa nella giornata di ieri, dove si leggerebbe che l’immagine «è una delle tante scelte per il livello Standard e pubblicate sui vari media del Gruppo Fs. Basta guardare sul sito e ci si accorge che per il livello Standard ci sono famiglie, bambini, adulti, anziani, professionisti, eccetera, anche non “di colore”». La nota sembra identica alla nota pubblicata da Piovono Rane il 30 dicembre che recitava: «È infatti una delle tante scelte per il livello Standard e pubblicate sui vari media del Gruppo FS Italiane (web, leaflet, riviste ecc). Basta guardare sul sito e ci si accorge che per il livello Standard ci sono famiglie, bambini, adulti, anziani, professionisti, ecc, anche non “di colore”».  

Alessandro Gilioli nel suo blog è tornato sulla questione con un post: “Gli immigrati sono scesi” e scrive: «E in quarta classe non viaggia più nessuno. Così Trenitalia, dopo aver tentato di difendere la sua scelta, ha risolto la questione (sollevata anche in questo blog) della dubbia pubblicità dei nuovi Frecciarossa».

*Tutta la ricerca è stata effettuata con Google News: può darsi che alcuni siti o blog non vengano indicizzati e che quindi la ricostruzione sia parziale. Nella giornata di oggi stanno uscendo altri articoli a parte quello del Corriere della Sera.

Leggi anche:

Trenitalia, l’irresistibile tentazione di mettere gli immigrati in quarta classe

Trenitalia toglie l’immagine dei neri in quarta classe

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