MANCHESTER (NEW HAMPSHIRE) – C’è il sanguigno fisico californiano in pensione Bob Greene che vuole sostituire l’uranio in tutti i reattori nucleari con un altro metallo, il torio. C’è il veterano Christopher Hill, che desidera difendere i bistrattati militari alla mercé, dice, di politici incompetenti. C’è il distinto ingegnere meccanico ed ex bagnino californiano Jeff Lawman, che ritiene di saper risolvere problemi complessi come nessun altro candidato in lizza.
Il New Hampshire, dove stando ai sondaggi l’ex governatore repubblicano del Massachusetts Mitt Romney dovrebbe incassare un’affermazione solida, è il magnete dei candidati alla presidenza più improbabili. In questo Stato, iscriversi alle primarie – sia repubblicane sia democratiche – costa appena mille dollari, un’inezia rispetto, per esempio, ai 35 mila necessari per avere il proprio nome stampato sulla scheda nella Carolina del Sud. Il che favorisce l’afflusso di tutta una schiera di geni incompresi, ex militari con il dente avvelenato e personaggi in cerca d’autore intenzionati a sfidare i big sulla base di proposte originali e fantasiose.
Per incontrarli basta aggirarsi per la hall del Radisson Hotel di Manchester. Fanno la spola tra il ristorante e la sala del pianoforte tentando di intercettare cronisti ed eventuali elettori con volantini, adesivi e spille fatte in casa. Spesso la loro è una campagna a conduzione familiare, ma programmata nei minimi dettagli, da mesi.
Bob Greene, un pensionato sessantacinquenne con una carriera da informatico alle spalle, non prestando ascolto alle preghiere della moglie si è trasferito temporaneamente dalla sorella Priscilla a Nashua in New Hampshire per lanciare la sua crociata in favore del torio: «Potremmo costruire un reattore di torio al giorno, risolverebbe tutti i nostri problemi energetici», racconta baldanzoso a Linkiesta davanti a un sandwich prosciutto e formaggio alla JD’s Tavern. «Il torio produrrebbe mille volte meno scarti dell’uranio, la riduzione dell’inquinamento sarebbe spettacolare. Che cosa sta aspettando l’amministrazione Obama? Se non ci sbrighiamo lo fanno i cinesi. Per questo mi sono fatto avanti». Greene compete nelle primarie democratiche, poco più di una formalità perché il candidato è già deciso, si tratta del presidente in carica Barack Obama. «Qui il punto non è la presidenza», puntualizza Greene facendo spallucce, «il punto è intavolare un discorso serio sulle nostre politiche energetiche, e il torio deve essere assolutamente protagonista».
Jeff Lawman, l’ingegnere meccanico californiano (Lawman campaign) e Bob Greene, 65 anni, fisico che vuole sostituire l’uranio in tutti i reattori nucleari con un altro metallo, il torio (foto d.b.)
Diverse le ragioni che hanno persuaso l’ex pilota di caccia ai tempi della Guerra del Golfo Christopher Hill a gettarsi nella mischia tra i candidati repubblicani. Hill, che sia sui materiali pubblicitari sia dal vivo si presenta in completo nero fumè, camicia candida e cravatta rosso squillante, è rimasto estremamente deluso da come l’esercito è stato impiegato negli ultimi anni. «Noi veterani abbiamo difeso l’America in giro per il mondo per decenni», confida ricevendoci nella sala del pianoforte dell’hotel. «E l’unica cosa che abbiamo chiesto ai politici era un’America più sicura e migliore per i nostri figli e nipoti. Oggi abbiamo trilioni di debiti e una disoccupazione spaventosa. è dunque giunto il momento per noi reduci di andare a Washington a difendere il nostro Paese dal nemico più insidioso, i nostri politici».
Hill, oggi pilota di aerei che trasportano pacchi postali, a partire dallo scorso agosto ha investito sei settimane tra ferie e week-end qui in New Hampshire per la campagna elettorale. I punti cardine del suo programma sono una nuova politica estera più isolazionista, ma anche stabilire un limite di legislature per i parlamentari in modo da evitare il fenomeno dei politici di professione e una rivoluzione copernicana della tassazione per svecchiare un sistema a suo dire obsoleto. Ad aiutarlo fin dall’inizio di questa avventura è stata la moglie. «Non sono una persona che ama le luci della ribalta», ci racconta la consorte di Hill sgranando i grandi occhi azzurri. «Ma nel tempo ho capito che Chris ha il cuore e la testa giusta per essere presidente, e io lo sostengo al 100%».
Christopher Hill, in lizza tra i repubblicani difendere i bistrattati militari. Accanto a lui la moglie, sua fan numero uno (foto d.b.)
Foto d’epoca della famiglia Hill (foto Hill)
Un uomo di testa è anche Jeff Lawman, l’ingegnere meccanico californiano. «Su sei candidati repubblicani, un paio si giocano la nomination e gli altri sono frilli solo leggermente meno insignificanti di me», strilla Lawman al telefono dal suo quartier generale di Derry, città del New Hampshire in cui abita da qualche anno. «Nessun candidato ha la mia capacità di risolvere problemi e quella dimostrata a più riprese di valutare tutti i rischi di una data decisione». Lawman, un signore dall’aspetto raffinato e dal sorriso pronto, vuole anche sostituire l’attuale sistema di assicurazione medica con un modello di sanità pubblica dal bilancio «in salute». Come? Con una tassazione «matematicamente superiore», una misura che Lawman definisce «elegante e inedita», irrealizzabile da qualsiasi altro candidato.
Greene, Hill e Lawman sono solo alcuni dei grandi sconosciuti i cui nomi appariranno sulle schede delle primarie del New Hampshire in programma martedì 10 gennaio. Ma la lista è lunga. Tra i repubblicani i candidati sono ben trenta. C’è l’ex governatore della Louisiana Buddy Roemer; c’è Hugh Cort, un vecchio psichiatra che ritiene l’Iran sia pronto a far detonare bombe atomiche sul suolo americano; c’è Fred Karger, un passato nell’amministrazione Regan e unico repubblicano dichiaratamente gay in corsa.
Nelle file dei democratici, invece, i candidati sono 14. Spiccano l’antigay e antiabortista Randall Terry, attivista arrestato più di 50 volte, (che se eletto promette di criminalizzare l’aborto) e l’immarcescibile Vermin Supreme (si presenta ogni quattro anni dal 1986) un artista squinternato a cui preme evidenziare l’assurdità delle campagne elettorali in genere. Se la spunterà, dice di voler rendere l’uso dello spazzolino da denti obbligatorio e promette un pony in regalo a ogni cittadino americano.
L’accampamento di Occupy Manchester proprio di fronte al Radisson Hotel (foto d.b.)