DES MOINES – Alla fine ai caucus dell’Iowa ha prevalso l’ex governatore del Massachusetts, Mitt Romney, per appena 8 voti sull’outsider iperconservatore Rick Santorum, senza dubbio il vincitore morale della tornata. Per oltre cento giorni Santorum ha girato le contrade più remote dell’Iowa a bordo di un furgoncino prestato da un amico. Ha battuto una ad una le 99 contee dello Stato incontrando elettori in ben 389 appuntamenti. E stanotte, 136mila miglia dopo, Santorum ha quasi avuto la meglio sul “Paperon de’ Paperoni” Romney, che in Iowa ha speso milioni di dollari.
Figlio di un immigrato italiano della zona di Riva del Garda emigrato durante il fascismo, cattolico granitico ed ex senatore per lo Stato della Pennsylvania dal 1995 al 2007, ha puntato tutto sulla retail politics, gli incontri diretti con gli elettori nei paesi e nei villaggi, mettendo al lavoro i suoi sette figli e un ristretto numero di brillanti consiglieri, tra cui Bob Vander Plaats, presidente dell’organizzazione conservatrice The Family Leader e uomo chiave della vittoria quattro anni fa del pastore Mike Huckabee.
“Nel 1925 mio nonno venne in America perche’ il fascismo (in Italia) soffocava la sua libertà,” ha detto Rick Santorum ai suoi raggianti sostenitori a spoglio quasi concluso. “Poi andò a lavorare in una miniera di carbone della Pennsylvania fino a 72 anni. Il giorno del suo funerale guardavo le sue enormi mani e pensavo “quelle mani hanno spalato liberta’’. E oggi il punto centrale è la libertà. Dobbiamo decidere se siamo un Paese che vuole essere governato dall’alto o dal basso”.
Se Santorum si sente come Rocky Balboa, un Davide che tiene testa (e alla fine sconfigge) il gigante Romney, l’ex governatore del Massachusetts non si può dire altrettanto soddisfatto. Resta il candidato da battere e i sondaggi lo danno vincente nel prossimo Stato in cui si vota (New Hampshire) ma al primo giorno di scuola ha rischiato di farsi battere da un semi-sconosciuto. Ron Paul, il “libertario” che vorrebbe ridurre all’osso il governo centrale e una politica estera isolazionista, è giunto terzo.
Quarto si è posizionato Newt Gingrich, l’ex presidente della Camera dei Rappresentanti dal 1995 al 1999, furioso con Romney per gli attacchi televisivi. Il governatore del Texas Rick Perry è arrivato quinto e sta meditando il ritiro. Michele Bachmann, la Biancaneve del Minnesota è arrivata ultima, ma non si ferma. Il circo delle primarie repubblicane continua. Prossima tappa New Hampshire.