Per tre anni più tasse e più spesa: parola della Ragioneria di Stato

Per tre anni più tasse e più spesa: parola della Ragioneria di Stato

È stato pubblicato ieri dalla Ragioneria dello Stato il “Bilancio in breve 2012”. Si tratta di un documento che fornisce una fotografia, finalmente nitida, sui conti dello Stato di quest’anno e dei prossimi anni ed una serie di dati che ruotano attorno a due concetti chiave: le entrate continueranno ad aumentare, per effetto soprattutto dell’incremento di quelle tributari, mentre la spending review stenterà ad dispiegare i propri effetti non solo sul bilancio 2012, perché le spese continueranno a correre nell’arco del triennio considerato. Ecco qui di seguito ed in sintesi i principali capitoli del rapporto redatto dalla Ragioneria dello Stato.

Quadro riassuntivo

Il quadro generale riassuntivo del bilancio 2012-2014 evidenzia un progressivo miglioramento dei saldi per l’intero triennio di previsione, proseguendo il percorso di risanamento intrapreso dal precedente Governo. Il risparmio pubblico (determinato dalla differenza tra entrate tributarie ed extratributarie e spese correnti) è pari a circa 32 miliardi di euro nel 2012, rispetto ai 375 milioni nel bilancio di previsione per il 2011.

Il miglioramento è però ascrivibile ad un incremento delle entrate tributarie per circa 40 miliardi (+10 per cento rispetto al 2011) e delle entrate extratributarie per circa 8 miliardi (+24 per cento rispetto al 2011), in parte compensato da un incremento delle spese correnti per circa 16 miliardi (+4 per cento rispetto al 2011).
Le entrate finali cresceranno nel 2012 di 48,7 miliardi. Per le entrate finali del bilancio dello Stato è previsto un incremento in ciascun anno del triennio 2012-2014. Cosicchè le entrate saliranno dai 450,2 miliardi del 2011, ai 499 di quest’anno, fino a raggiungere addirittura la cifra di 541,5 del 2014.

Quest’anno, in particolare, l’aumento previsto è cospicuo: 48,7 miliardi rispetto al 2011. Circa il 70 per cento di tale incremento è determinato dall’effetto delle manovre fiscali varate nel corso del 2011. Un ulteriore incremento è atteso per gli anni successivi: rispettivamente di 28,5 miliardi nel 2013 e di 14 miliardi nel 2014 (pari ad un aumento di circa il 6 per cento nel 2013 e del 3 per cento nel 2014). 

Le entrate tributarie saliranno di 40 miliardi nel 2012.

Dei 40 miliardi di maggiori entrate tributarie nel 2012, gli incrementi più significativi si prevedono: per le imposte sul reddito delle società (19 per cento rispetto al 2011), per le imposte sostitutive (18 per cento) e per l’IVA (12 per cento rispetto al 2011). Incrementi più contenuti riguardano le accise (9 per cento ), l’imposta sui redditi delle persone fisiche e le imposte di registro e di bollo (6 per cento ). La Ragioneria prevede un generalizzato aumento di entrate tributarie per gli anni successivi, “anche per effetto del miglioramento della congiuntura economica”. Un deciso incremento è previsto nel triennio per le altre imposte dirette (4 miliardi nel 2012, 12 miliardi nel 2013 e 4 miliardi nel 2014), per effetto delle disposizioni di riordino dei regimi di esenzione, esclusione e favore fiscale.

Da IVA, accise sui carburanti, bolli sui titoli deriveranno gli incrementi più significativi
Tra le voci delle entrate tributarie gli incrementi più significativi riguardano l’Imposta sul valore aggiunto (IVA) che risente dell’incremento di due punti percentuali delle aliquote (del 10 e del 21 per cento) disposto a partire dal mese di ottobre (per circa 3,2 miliardi nel 2012 e, rispettivamente, 13,1 miliardi e 16,4 miliardi nel 2013 e nel 2014) e degli effetti indotti dall’aumento delle accise (per circa 1 miliardo in ciascun anno). Ulteriori risorse, per circa 4,9 miliardi annui, si stimano per le “Accise ed imposte erariali” in conseguenza dell’aumento delle aliquote sui carburanti, mentre circa 2,7 miliardi per il 2012, imputati alla categoria “Registro, bollo e sostitutiva”, sono ascrivibili all’incremento dell’imposta di bollo sui titoli (1,2 miliardi) e all’istituzione di un’imposta di bollo speciale sulle attività emerse per effetto dello scudo fiscale (1,5 miliardi).
Le spese finali saliranno di 10 miliardi raggiungendo quota 500 miliardi nel 2012

Le spese finali del bilancio dello Stato previste per il 2012 ammontano a circa 500 miliardi di euro con un incremento di circa 10 miliardi rispetto alle previsioni del 2011. A tale variazione concorre l’incremento delle spese correnti per 16 miliardi e, in senso opposto, la riduzione delle spese in conto capitale per 6 miliardi. La previsione per il 2013 indica un ulteriore incremento della spesa finale per circa 10 miliardi rispetto al 2012, mentre è previsto un decremento di circa 7 miliardi nell’ultimo esercizio di previsione.

Gli incrementi più cospicui nelle spese correnti

Nel 2012, tra le spese correnti, gli incrementi interessano principalmente i trasferimenti correnti alle amministrazioni pubbliche (+12,6 miliardi di euro). Tale incremento deriva in gran parte dall’adeguamento dei trasferimenti erogati a favore degli enti previdenziali – circa 10 miliardi – e per la parte residua – circa 2,6 miliardi – dall’attuazione del federalismo fiscale.
La spesa per interessi salirà di 4,5 miliardi nel 2012
Tra le altre voci, la spesa per interessi aumenta nel 2012 di circa 4,5 miliardi e continua a crescere anche negli esercizi successivi, fino a raggiungere nel 2014 i 96,4 miliardi di euro.

Spese per missioni: le variazioni più significative

Tra le variazioni più significative si segnala l’incremento della missione “Politiche previdenziali”, per circa 10 miliardi di euro rispetto al 2011. All’aumento già previsto a legislazione vigente (circa 1 miliardo), si sommano l’incremento dalle somme trasferite all’INPS a titolo di anticipazioni di bilancio sul fabbisogno finanziario delle gestioni previdenziali (circa 5 miliardi) e le risorse stanziate per l’istituzione della GIAS nel bilancio dell’INPDAP (circa 2,1 miliardi). La missione “Debito pubblico” cresce di circa 4 miliardi, sostanzialmente per i maggiori oneri per interessi.
Cresceranno anche le spese per i sussidi alle imprese
Incrementi di spesa si registrano, invece, per i “Trasferimenti correnti ad imprese”, che passeranno dai 3.953 a 3.973 milioni di euro.

La variazione risente, in parte rilevante, della concessione di un credito d’imposta agli autotrasportatori per un importo pari al maggior onere conseguente agli aumenti dell’aliquota di accisa sul gasolio usato come carburante. Tra le altre misure, concorrono all’aumento di questa voce la costituzione di un Fondo per il finanziamento di interventi a favore dell’incremento dell’occupazione giovanile e delle donne e la concessione di garanzie da parte dello Stato sulle passività delle banche.