“Se non ce la fai stai a casa” è la frase alla quale Elisa Di Francisca è più legata. Nel 2008 rifiutò di fare la riserva a Pechino pur di essere coerente con questa massima di vita e quello di De Coubertin non è certo uno dei poster che tiene in camera. Ha avuto ragione lei. Veni, vidi, vici. Jesina, trent’anni il prossimo 13 dicembre racconta di accendere e spegnere le luci della palestra. Ore ed ore ad allenarsi, assalto dopo assalto e dire che lei non è il classico esempio di ragazza alla quale hanno messo il fioretto in mano da piccola e che lo porta con sé ancora adesso. O meglio, non lo è sempre stata. Ha iniziato a sette anni ma, in età adolescenziale, si è accorta che mentre lei sudava, gli amici uscivano e si divertivano. Ed allora al diavolo i sacrifici. Meglio inseguire le prime cotte giovanili.
Tanto bella è bella ed anche Vanity Fair le ha dedicato un servizio. Ricordate la puntata di Porta a Porta in cui Valentina Vezzali disse candidamente (e un po’ ingenuamente) a Berlusconi: “Presidente, da lei mi fare veramente toccare”? La risposta della Di Francisca, qualche settimana dopo è stata è stata: “Io da Berlusconi non mi farei toccare…d’altronde ne ha già toccate abbastanza . Al massimo ci andrei a bere un caffè”. E questo mette le cose in chiaro su un concentrato di passione, atletismo. “A me non interessa nulla del villaggio e di tutto quanto fa Olimpiade. Non vado per una scampagnata. Vado per la gara, per stare in pedana. Sennò sarei andata a Pechino a fare la sparring partner alle italiane” ha detto in una intervista recente. Forse proprio è grazie a questa carica agonistica se l’Italia ha trovato una nuova campionessa. Perché i bacetti all’ombra del monumento di turno non l’hanno più soddisfatta. Cercava di più. Ed è rimasta, almeno per ora, single. Del resto è difficile quando hai scelto il fioretto per fidanzato.
Lei, cavallo pazzo, in Polizia ha capito cosa fosse la disciplina. Nel 2006 voleva andar via. La caserma non faceva per lei. Ora indossa la divisa con soddisfazione. “Me la sono guadagnata” ripete. Sul braccio sinistro tatuata una frase: “Muore lentamente chi evita la passione, chi non rischia la propria sicurezza per l’insicurezza di un sogno”. Perché il sinistro è la mente. Il destro è il braccio. Il sinistro è farfallone, il destro è pratico. Il sinistro chiacchiera, il destro fa l’azione. E infila la medaglia. D’oro, contro la sua amica Arianna Errigo. L’olimpiade è rimasta a Jesi. Vincono sempre loro.