A Tampa arrivano i Repubblicani, e le proteste restano lontane

A Tampa arrivano i Repubblicani, e le proteste restano lontane

TAMPA – Erano circa 250, ma virtualmente molti di più. «Ognuno di noi è qui anche per chi non è potuto venire», spiega James, uno dei manifestanti, mentre agita la sua maglietta con la scritta The march for our lives (protestare per le nostre vite).

La città si era preparata all’arrivo di 5000 contestatori in concomitanza con l’inizio della Convention Repubblicana, ma la minaccia dell’uragano Isaac ha reso impossibile la presenza di centinaia di persone che da mesi aspettavano l’evento per far sentire la loro voce. Numerosi i voli cancellati, bloccati anche 16 pullman in partenza da New York e Miami.

L’allerta rimane comunque molto alta e le misure di sicurezza imponenti. Per le strade di Tampa da sabato ci sono 4000 poliziotti. In tutto sono stati spesi cinquanta milioni di dollari tra personale, video sorveglianza ad alta definizione, mezzi di trasporto e barriere per isolare il Convention Center dall’area concessa ai gruppi di protesta. Nella struttura penitenziaria di Orient Road Jail sono stati fatti liberare 1700 letti in caso di arresti di massa, come avvenne nella Convention Repubblicana di quattro anni fa a St. Paul,in Minnesota. Le forze dell’ordine temono soprattutto azioni solitarie ad opera di anarchici.

Qualche giorno fa all’interno di una casa sono stati trovati mattoni e tubi, classificati come armi, mentre in un video su Youtube Anonymous ha incitato alla disobbedienza.

Per bilanciare la presenza imponente della polizia ed evitare di innervosire i manifestanti, vari milioni sono stati spesi per fare in modo che la sicurezza apparisse rassicurante e “friendly”. Via le divise nere, ad ogni agente è stato consegnato giacca e pantalone color crema. Poche volanti e sirene, ma tanti poliziotti in bici o a cavallo per alleggerire la loro presenza.

Le prime proteste sono state pacifiche. In strada, insieme al gruppo Occupy Wall Street, si sono riversati esponenti dei sindacati, studenti, gruppi di disoccupati, reduci di guerra, decine di donne che protestavano contro la posizione anti-aborto dei repubblicani. «Tutti insieme formiamo il famoso 99%. Personalmente, ho perso il lavoro mesi fa e ora voglio sfogarmi urlando la mia rabbia», dice Josep, mentre gli altri gridano «Di chi sono le strade? Le nostre. Eliminiamo il cemento».

È stato arrestato solo un ragazzo, Dominic Del Rosa, perché durante un momento di tensione tra manifestanti e agenti, si è rifiutato di scoprirsi il viso coperto da una bandana. Numerose rimangono comunque le recriminazioni. L’area concessa ai gruppi per protestare è lontana dalla zona dove si svolgono i lavori della Convention. «Ci impediscono di farci sentire, siamo invisibili a tutti», sostengono in molti. Il percorso è ferreo. A un certo punto, pur di non farli camminare in una strada non protetta da barriere, i poliziotti hanno costretto i manifestanti ad attraversare un cimitero. Non essendoci poi un’uscita dal lato opposto, sono stati costretti a saltare un muretto abbastanza alto. Tra i fischi generali, anche i poliziotti che li scortavano in bici hanno dovuto saltare, due ruote alla mano, il recinto, creando un siparietto abbastanza goffo.

Molti dei manifestanti in queste notti dormiranno in un accampamento che per l’occasione è stato chiamato «Romneyville», alludendo alle Hooverville , le famose baraccopoli costruite dai senzatetto durante la Grande depressione (Herbert Hoover era l’allora presidente degli Stati Uniti).

A qualche chilometro di distanza riprenderanno anche le proteste. Sono attese più persone. Ma il clou potrebbe arrivare giovedì, in concomitanza con il discorso del candidato repubblicano alla Casa Bianca, Mitt Romney.  

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