Addio ai finimenti d’oro. Senza contare fronzoli e merletti. Giusto qualche ricamo che serva per applicare i 15 scudi giunti da Roma, quasi tutti simboli della sua vecchia diocesi. «Ma molto piccoli, due per ogni paramento», confessa Luis Abel Delgado. «È un Papa molto umile e semplice». Anzi sencillo. Lo ripete continuamente, all’altro capo del telefono.
Nel suo laboratorio di Cali, nel sudest della Colombia, il maestro cuce in fretta. Sta ultimando una serie di mitra, pianete e stole che papa Francesco I indosserà tra pochi giorni, a Pasqua. Tutto sobrio ed essenziale, senza oro o applicazioni sfarzose. «Pochi ricami. Per di più nemmeno in argento. Solo fili metallici o al massimo di seta», spiega Delgado.
Non lo sanno ancora in tanti, ma lui è il sarto ufficiale di Bergoglio. In realtà lo era anche di Ratzinger, da cinque anni. Il maestro colombiano cominciò a ricamare per Benedetto XVI grazie a due vescovi colombiani. Loro, che indossavano i paramenti cuciti a mano dallo stesso Delgado, avevano portato in dono una mitra fatta nel suo laboratorio di Cali, quando Ratziger si trovava in visita in Brasile nel 2007. E all’allora papa i disegni piacquero così tanto da convocarlo pochi giorni dopo in Vaticano.
Accanto ai sarti ufficiali (dal XVIII secolo la sartoria Gammarelli è stata l’unica a cucire gli ornamenti dei papi e dei cardinali), la Santa Sede ha così voluto anche il maestro colombiano, esperto di ricami e motivi ornamentali. «Una missione divina», ricorda Delgado, credente della Vergine di Fatima. Lui, 44 anni, lavora notte e giorno nel suo appartamento insieme ai nipoti e ai suoi due cani, Lola e Shakira. Sono l’unica famiglia rimastagli, dopo la morte della moglie e della figlia più di dieci anni fa.
In trent’anni di carriera, il colombiano ha cucito centinaia di uniformi dei soldati della terza brigata dell’Esercito nazionale e ha ricamato gli scudi nelle fasce presidenziali che hanno vestito il presidente della Colombia Juan Manuel Santos ma anche il presidente Usa Barack Obama. Senza contare i diplomatici di Venezuela, Ecuador, Perù, Argentina, Bolivia e Brasile.
Ad aiutarlo, una macchina da cucire Singer, vecchia di 170 anni, e la sua precisione millimetrica. «Mi sono sempre interessato al cucito, soprattutto ai ricami fatti a mano perché richiedono pazienza e creatività in tutti i dettagli», spiega il sarto del Papa. Stavolta però Delgado potrà fare a meno di essere così accurato. E risparmiare sull’oro e l’argento.
«Mi ha telefonato, ha voluto sapere come stavo. E poi mi ha detto: «Non chiamarmi più Santità, da adesso in poi solo Francesco e, per favore, niente ricami dorati», racconta Delgado, che diversi mesi fa, aveva conosciuto personalmente Bergoglio, quando era ancora cardinale.
Il sarto era stato convocato in Vaticano da Benedetto XVI, che lo aveva presentato, durante una colazione, ai religiosi presenti, raccomandando loro il suo straordinario lavoro. «Quel giorno gli dissi: “Monsignore la vedo bene vestito di bianco”. Lui sorrise sorpreso e rimase in silenzio», ricorda divertito.
Delgado sa che col nuovo Papa i suoi finimenti preziosi dovranno far spazio alla semplicità. La differenza tra i gusti di papa Francesco e quelli di Benedetto XVI balza subito agli occhi. «Gli ornamenti di Papa Benedetto erano molto eleganti, ricamati con fili dorati, argentati e oro in rilievo. Papa Francesco invece è molto più modesto. Non posso utilizzare niente che sia eccessivo o minimamente lussuoso», si lamenta in tono scherzoso.
Il sarto colombiano è comunque contento. A maggior ragione di questo Papa sudamericano. Confessa che ad aprile verrà a Roma a comprare delle stoffe, perché dice «in Italia sono più belle». Ma a fine anno tornerà in Vaticano per rimanerci, definitivamente, insieme ai due nipoti di 25 e 28 anni. «Roma è una città bellissima e ho molti amici. I miei nipoti poi non vedono l’ora di studiare in Italia».