La fortuna di essere il Royal Baby: avere la zia Pippa

Il nuovo nato a casa Windsor

È decisamente un erede fortunato, perché due zii come il principe Harry e Pippa Middleton sanno come tenere lontana la noia. A George Alexander Louis (ci hanno messo poco: la regina Elisabetta II impiegò all’incirca un mese per svelare che per il suo primogenito aveva optato per Carlo) il futuro non riserva solo un trono, ma pure una coppia di familiari niente male. È un maschio, e quindi uncle Harry potrebbe organizzargli feste come Dio comanda – in quel caso sarà opportuno evitare luoghi sovraffollati tipo Las Vegas e requisire cellulari e fotocamere per evitare situazioni imbarazzanti una volta terminati i bagordi. Quanto ad aunt Pippa, sussistono validi motivi per supporre che la ragazza non sfigurerà nel ruolo.

Il primo motivo sta nel rapporto stretto che intercorre tra le sorelle Middleton, suggellato dalla sfilata nella navata di Westminster Abbey il giorno del matrimonio tra Kate e William – con quell’inquadratura di spalle che ha permesso a Pippa di rubare la scena alla futura duchessa di Cambridge. Pippa ha organizzato il “baby shower”, la festa augurale per il nascituro (alle invitate nell’occasione furono regalate borse contenenti prodotti per il benessere di Joe Malone e sia per l’abbigliamento che per la casa di The White Company, secondo i beninformati). Partecipò anche l’altro zio, James Middleton, che poveretto deve competere con Harry. Le due sembra che si confidino molto e la decisione di Kate di trascorrere il primo periodo dopo il parto nella casa di famiglia, nel Berkshire, è orientata in questa direzione: restare lontana dal trambusto mediatico e venire coccolata tra le mura domestiche da mamma e sorella.

Pippa Middleton accompagna la sorella Kate sull’altare

La presentazione del suo libro Celebrate

In secondo luogo, Pippa sa cucinare. Columnist per il magazine Waitrose Kitchen, si è presentata ai lettori ad aprile suggerendo una cena tra amici con cinque ricette della tradizione culinaria asiatica (dal Giappone al Vietnam). Una zia abile tra i fornelli consentirà al pargolo di vedersi accontentati i capricci di gola. Inoltre (terzo motivo), Pippa sguazza nei party. Non solo come invitata, ma come organizzatrice: lavora (part-time) per l’azienda di famiglia, Party Pieces, curando il sito della società. Sfortunatamente per lei il libro commissionatole dalla casa editrice Penguin (“Celebrate”) si è rivelato un flop ed è stato sommerso di critiche per le ovvietà riportate, ma non sembra ne sia rimasta sconvolta: «Se dovessi scrivere un libro di cucina, per esempio, sarei costretta a dire che per fare una frittata devi rompere un uovo (to make an omelette, you have to break at least one egg)», ha replicato con una dose di umorismo britannico.

Infine, cream of the crop, è stylish – impeccabile seduta in tribuna a Wimbledon nelle scorse settimane dove figurava tra l’altro come inviata per Vanity Fair (ad inizio anno ha firmato un paio di articoli pure sullo Spectator dalle piste di sci di St. Moritz). Saprà certamente consigliare il nipotino su cosa indossare e sull’abbinamento di colori (la grande maggioranza di inglesi soffre decisamente di daltonismo da questo punto di vista) – e su come attirare l’attenzione delle ragazze, mentre al lato pratico torneranno più utili le dritte di uncle Harry. Intanto opera nella massima discrezionalità: non si è fatta vedere al St. Mary’s Hospital, nemmeno per accompagnare papà e mamma a conoscere il nipote. Le zie non devono essere ingombranti: per quello ci sono già le mamme.

Twitter: @dariomazzocchi

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