Mentre fervono gli incontri diplomatici e le pressioni di Stati Uniti e Germania per il rilascio dell’ex presidente Mohammed Morsi, Turchia e Iran continuano a non riconoscere il nuovo governo post-golpe in Egitto. Il muro contro muro tra Fratelli musulmani da una parte, opposizione laica, militari e polizia dall’altra, si sta trasformando in un’immensa occupazione dello spazio pubblico. Gli islamisti hanno scelto la moschea Rabaa al-Adaweya e il quartiere orientale del Cairo, Medinat Nassr, i laici piazza Tahrir e il palazzo presidenziale di Heliopolis.
È piazza contro piazza: per conquistare le istituzioni
Da Rabaa el Adaweya, dove manifestano i Fratelli musulmani, si scorge il monumento commemorativo all’ex presidente Anwar al-Sadat. Proprio in questo ampio boulevard si riunivano i nazionalisti pro-Shafiq, l’ultimo premier dell’era Mubarak, durante gli otto giorni che hanno visto opposte piazza Tahrir e Medinat Nassr. Lo scontro tra piazze si è concluso con la nomina del primo presidente dei Fratelli musulmani nella storia egiziana, il 30 giugno 2012. Questo potrebbe essere un segno della marginalizzazione degli islamisti, che hanno lasciato Tahrir ai giovani rivoluzionari oppure l’evidenza di un’estensione senza precedenti delle mobilitazioni popolari.
Dal 25 gennaio 2011, Tahrir è diventata il simbolo dei movimenti perché ha unito migliaia di giovani, ultras, venditori ambulanti, donne, migranti, poveri e attivisti, che hanno formato la loro identità anti-regime occupando lo spazio pubblico. Questo movimento ha usato metodi non violenti, inclusi sit-in, l’occupazione permanente di strade e marciapiedi, comitati popolari, è orientato all’azione e privo di leadership. La più grande piazza della città, dove si sono svolte le rivolte che hanno deposto il re Farouk nel 1952, è diventata un laboratorio unico al mondo di «politica di strada».
Ma ora qualcosa è cambiato e tutta la città è segnata dalle contestazioni. A sostegno della tesi che Morsi non è stato rimosso ma allontanato per un’enorme sollevazione popolare sono i giovani di Tamarrod (ribellione) e delle opposizioni. Il 30 giugno scorso hanno invaso il centro del Cairo, ma anche le piazze principali di tutti i quartieri della città e dei centri urbani del Paese. Hanno seguito la campagna Ana Enzil fi Tahrir (Vado a Tahrir), che ha spinto per le strade d’Egitto anche chi finora aveva preferito non partecipare alle contestazioni. Le opposizioni, oltre a presidiare piazza Tahrir, si sono date appuntamento ad Heliopolis, intorno al palazzo presidenziale di Ittihadeya. I sit-in inediti del mese di Ramadan prevedono anche un iftar comune (cena dopo il digiuno). E così, l’immenso palazzo, irraggiungibile ai tempi di Mubarak, subito dopo la nomina del primo rais eletto in Egitto, è diventato il luogo dove il presidente poteva finalmente essere raggiunto da chiunque. Ma quando Morsi ha tentato di estendere i suoi poteri, con il decreto presidenziale dello scorso novembre, proprio qui si sono svolti gli scontri più duri tra manifestanti e guardia presidenziale.
Oltre il recinto che difende lo Stato
Il movimento sociale che ha determinato la caduta dell’ex presidente Mubarak l’11 febbraio 2011 può essere descritto come il tentativo di riappropriarsi dello spazio pubblico e dei palazzi delle istituzioni da parte di ampi strati emarginati della popolazione. Per questo le prime manifestazioni hanno avuto luogo intorno al parlamento (Moghles Shaab), alla sede del governo (Qasr Al-Aini), al ministero degli Interni (via Sheykh Rihan) e per le strade limitrofe a vari ministeri.
In seguito alle rivolte anti-Mubarak, lo spazio pubblico è stato frammentato dai militari proprio per scoraggiare le proteste. Così i manifestanti da Tahrir si sono spostati lentamente verso Qasr Al-Aini per le contestazioni contro la giunta militare. Con il passare dei mesi, nell’estate del 2011, sono iniziati i cortei che, partendo da punti distinti della città (Ramsis, Agouza, Sayeda Zeinab, Mohandessin) hanno raggiunto il centro delle proteste: piazza Tahrir. Mentre Maspero (la tv di stato) è diventata il punto di riferimento delle contestazioni dei cristiani dopo il massacro di copti dell’ottobre 2011. I contestatori hanno così idealmente superato le mura, costruite in fretta dalle Forze di sicurezza, intorno ai palazzi delle istituzioni pubbliche, subito dopo il 28 gennaio 2011.
Lo schema di una manifestazione di piazza insieme a marce separate continua ancora nelle mobilitazioni più recenti. La polarizzazione della società ha favorito l’identificazione nello scontro tra piazze: due mondi lontani per spazio, politica e personalizzazione (pro/anti-Mubarak; pro/anti-giunta militare; pro-anti-Morsi). E così per esempio, le prime proteste contro l’esercito contrapponevano due piazze: Tahrir, dei rivoluzionari, e Abbasseya, nei pressi del ministero della Difesa, dei sostenitori dei militari. Con l’avvento di Morsi però, le proteste, per molti mesi, sono tornate settoriali e periferiche, dagli scioperi dei lavoratori nel Delta del Nilo, alle manifestazioni di giudici e giornalisti alle porte dei palazzi di giustizia, alle contestazioni dei parenti dei condannati a morte della strage di Port Said.
Infine, se le proteste pacifiche hanno luogo intorno ai palazzi pubblici, le reazioni di rabbia hanno avuto come obiettivo prima di tutto le centrali di polizia; in seguito, i contestatori hanno attaccato le sedi del Partito nazionale democratico, dell’ex presidente Mubarak, e i palazzi della Sicurezza di stato (Amn el Dawla); infine, i centri del partito islamista, Libertà e giustizia sono stati presi d’assalto dai manifestanti.
E così, dal 25 gennaio 2011 in poi gli egiziani cercano di riappropriarsi delle istituzioni che per troppi anni sono sembrate come delle roccaforti irraggiungibili. Le mura di cemento non sono bastate a contenere la marea di contestatori e le loro rivendicazioni. La polarizzazione del discorso politico ha favorito la marginalizzazione delle proteste che sono però di nuovo ferventi con la deposizione di Morsi. E fin qui ad essere risparmiate dagli attacchi della folla indignata sono solo le caserme.