È l’outsider del congresso dei democratici, che forse si terrà entro l’anno. Ancora la data non si conosce, ma Pippo Civati da Monza è il candidato anti-apparato del Partito democratico. Non ha big sponsor alle spalle, riempie le feste del Pd, e immagina un partito che possa includere «Pd e SeL e che guardi a Rodotà, Zagrebelski e Landini». Un panorama davvero agli antipodi da quello del suo ex gemello Matteo Renzi. Intervistato da Linkiesta, Civati non le manda a dire al governo Letta – «si torni a votare a marzo, prima del semestre bianco, ma prima si faccia la legge elettorale» – e sopratutto bacchetta il rivale Renzi, un tempo organizzatore con lo stesso Civati della kermesse Prossima Fermata: «La prima Leopolda non c’entrava nulla con quello che poi ha costruito Matteo Renzi. Lì si parlava di collettivo, non di leadership…».
Allora Civati, quella che sta per iniziare sarà la settimana decisiva per il Partito Democratico. Prima cosa: il congresso si terrà entro l’anno?
In realtà avremmo dovuto fare il congresso dopo le dimissioni di Bersani. Avremmo potuto farlo subito. E invece? Lo abbiamo spostato per consentire al governo di governare, e, sopratutto, perché la maggioranza del Pd – quella che poi ha scelto Cuperlo o Renzi, nel caso di Franceschini – non avesse il candidato.
Nonostante gli incontri che si sono tenuti in questi giorni il match sulle regole è ancora in alto mare. Martedì tornerà a riunirsi la commissione congressuale per le regole. E poi l’Assemblea nazionale, convocata per il 20 e 21 settembre, stabilirà la data e le regole..
Io di regole non parlo. Mi sembra un dibattito surreale, un dibattito che si rincorre. Questo partito è speculare alla situazione del governo.
A proposito del governo, quello di «servizio di Enrico Letta, risulta appeso da giorni sulla questione decadenza di Silvio Berlusconi. È preoccupato per la tenuta del governo?
Io non sono affatto preoccupato perché se ci fosse un esito diverso si andrebbe a votare. Quindi è meglio che nessuno faccia scherzi.
Quindi lunga vita al governo di «servizio» di Letta-Alfano?
Lo dico da aprile. Questo governo deve semplicemente fare la legge elettorale. Anzi le dirò di più, avrebbe dovuta già farla. Poi sistemare i conti, quindi la legge di stabilità. E a quel punto tornare alle urne. A marzo si può votare, prima che arrivi il semestre Europeo. Del resto gli altri candidati alla segreteria, come ad esempio Cuperlo, che dicono che bisognerebbe rifare la sinistra, come pretendono di ricostruire la sinistra con altri due anni di governo Letta?
Nell’attesa il suo partito, il Pd, continua a perdere sostenitori, i dati sul tesseramento sono preoccupanti, si parla di un dimezzamento rispetto al 2012.
Il primo segnale lo abbiamo avuto con il voto di febbraio, quando abbiamo perso 3 milioni di consensi. È chiaro che questo è un anno difficile per il Pd. E ciò che dà più amarezza è la mancanza di fiducia nei nostri confronti.
Eppure in queste settimane si sta verificando la corsa al carro del vincitore. Da Castagnetti a Franceschini, passando per diversi parlamentari, e per i sindaci di mezza Sicilia, come l’ex dipietrista Orlando, o Enzo Bianco. Tutti salgono sul carro di Matteo Renzi. È il solito cliché all’italiana?
Mah. Io osservo con un po’ di distacco. Tuttavia non capisco in cosa consistano i percorsi di avvicinamento a Matteo Renzi. Ad esempio è una contraddizione il messaggio di Franceschini, il quale da un lato spinge affinché il governo duri più a lungo possibile, dall’altro esce allo scoperto su Renzi. La contraddizione più grande è la seguente: il governo deve durare ma serve un candidato premier…
Ma scusi Renzi si candida alla segreteria, mica alla premiership?
Tutti vedono Renzi come candidato premier piuttosto che come segretario. Su questo sono d’accordo con D’Alema, che fa una riflessione non banale…
Lo stesso D’Alema dice di lei che «è la proposta di rinnovazione più radicale».
(Ride Civati). Ha ragione. Dovrebbe anche D’Alema votarmi…
Nonostante lei ripeta da settimane che si candiderà “senza se e senza ma”, i giornali scrivono retroscena in cui lei starebbe pensando di ritirarsi dalla partita congressuale, o comunque starebbe trattando, ad esempio, con Cuperlo. Civati: si candida per il congresso del Pd?
Sì, mi candido, e non lo voglio più ripetere. Del resto sono stato il primo a candidarmi. So benissimo chi scrive i retroscena. E, le dirò, che non molto tempo fa qualcuno c’ha provato a convincermi di ritirare la candidatura ma non c’è nessuno che ci sia riuscito.
Insomma a lei il chiacchiericcio non le interessa…
Quello che mi interessa è comprendere se riusciamo a ricostruire una coalizione di centrosinistra. Un soggetto unico che possa avere al suo interno Pd e SeL, e che guardi con interessi a chi sta costruendo un percorso costituzionale per i diritti dei lavoratori, come Stefano Rodotà, Maurizio Landini e Gustavo Zagrebelski. Le dirò più…
Cosa?
Penso ad un Pd con dentro il Pd e SeL, un grande Pd riportato nel suo luogo naturale e che prediliga questa interlocuzione con Rodotà, Landini e Zagrebelski.
Un Pd così costituito difficilmente potrà includere il Matteo Renzi del 2013?
Quello che sta costruendo Renzi è diverso dal Renzi dell’anno scorso.
E dal Renzi che organizzò con lei la prima Leopolda, quella del 2010, che si chiamava Prossima Fermata?
Beh, in realtà da quella Leopolda è cambiato quasi tutto. La prima Leopolda non c’entrava nulla con quello che poi ha costruito Matteo Renzi. Lì si parlava di collettivo, non di leadership…